88 nidi in un’area di 4,7 ettari, ognuno abitato da molte migliaia di formiche operaie vicino alla città siciliana di Siracusa. È la prima volta in Europa che viene rilevata la presenza di colonie della formica di fuoco (Solenopsis invicta), anche nota come “formica guerriero”.
A dare la notizia è lo studio dal titolo “The fire ant Solenopsis invicta is established in Europe”, pubblicato su Current Biology da un gruppo di ricercatori italiani e spagnoli coordinati dall’Institut de biologia evolutiva di Barcellona (Ibe) del Csic e dell’Universidad Pompeu Fabra (Upf).
La formica di fuoco è una specie aliena invasiva e deve il suo nome alla sua caratteristica più conosciuta: le sue punture sono notoriamente dolorose e possono causare gravi reazioni allergiche. Nonostante sia originaria del Sud America, in meno di mezzo secolo la specie Solenopsis invicta si è diffusa rapidamente attraverso il commercio marittimo e il trasporto di prodotti vegetali, riuscendo a colonizzare Australia, Cina, Caraibi, Messico e Stati Uniti.
E, infatti, anche se ve n’è certezza, gli autori dello studio ipotizzano che la specie si sia diffusa in Italia a causa della vicinanza a uno dei principali porti mercantili dell’isola, il porto di Augusta.
A sentire gli abitanti di Siracusa, le formiche sarebbero già presenti in zona da qualche anno.
Le prime segnalazioni delle tipiche punture dolorose, che provoca la comparsa sull’epidermide di piccole scottature, risalgono almeno al 2019, quindi l’estensione reale dell’area invasa potrebbe essere maggiore a quella stimata dallo studio.
I ricercatori indicano inoltre che il 7% circa del continente europeo ed il 50% delle città europee ha condizioni adatte alla diffusione della formica di fuoco.
Le più favorevoli all’insediamento sarebbero le grandi città costiere, in Italia come nel resto d’Europa. Un fatto preoccupante se si considera che queste città sono centri nevralgici per il commercio e molto interconnesse tra loro, e quindi potrebbero consentire alle formiche di diffondersi ancora più velocemente. “Secondo i risultati del nostro modello ecologico – ha spiegato in un’intervista all’ANSA Mattia Menchetti dell’Ibe -, questa specie di formiche ha anche un importante impatto sugli ecosistemi naturali: è infatti un predatore generalista, e nei luoghi in cui si insedia causa la diminuzione della diversità di invertebrati e piccoli vertebrati. Inoltre, grazie al veleno contenuto nel loro aculeo e alle colonie che possono raggiungere centinaia di migliaia di individui, possono avere un impatto anche su animali giovani, deboli, o malati”.
La Regione Sicilia sta studiando un piano per fermare l’invasione. “È in corso la pianificazione dell’eradicazione ed il monitoraggio della specie da parte della Regione Sicilia – ha detto Menchetti -, e il team di ricerca ha dato la propria disponibilità nel ruolo di consulente scientifico. La partecipazione dei cittadini nella segnalazione della possibile presenza di Solenopsis invicta potrebbe essere un aiuto prezioso per coprire un’area più grande, sia attraverso i canali ufficiali che attraverso piattaforme di Citizen Science”.