Dopo l’invasione dell’Adriatico da parte del Callinectes sapidus, comunemente noto come granchio blu, originario delle coste atlantiche americane e causa di serie ripercussioni ecologiche ed economiche nelle regioni del Veneto e dell’Emilia Romagna, un gruppo di ricerca dell’Istituto per le Risorse Biologiche e le Biotecnologie Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IRBIM) di Ancona ha rivelato la presenza di un’altra specie di granchio blu nel Mar Adriatico: il Portunus segnis, originario del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano occidentale.
Lo studio, pubblicato sulla rivista BioInvasion Records, rappresenta la prima evidenza della presenza del granchio blu del Mar Rosso nell’Adriatico. Il Portunus segnis, simile morfologicamente ed ecologicamente al granchio blu atlantico C. sapidus, ha colonizzato già i settori orientali del Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, con iniziali impatti significativi sulla pesca tunisina. Attualmente, è diventata una delle risorse di pesca più rilevanti per la Tunisia, destinata ai mercati internazionali dopo essere stata trasformata e commercializzata.
Questo granchio blu del Mar Rosso, come il suo omologo americano, trova habitat ideali tra ambienti lagunari e acque marine aperte, permettendo lo sviluppo di popolazioni estremamente abbondanti. La specie è stata avvistata nelle Marche (Ancona) grazie alla cattura di un singolo esemplare e precedentemente osservata anche in Sicilia.
L’importante risultato è stato ottenuto grazie alla collaborazione con i pescatori locali, che hanno catturato l’esemplare e informato tempestivamente l’Istituto. La presenza del granchio blu del Mar Rosso nel Mar Adriatico, molto probabilmente introdotto attraverso il trasporto navale, suggerisce l’adozione di misure di controllo e monitoraggio.
Malgrado questa nuova introduzione, attualmente il nord Adriatico non sembra essere un ecosistema ospitale per il granchio blu del Mar Rosso, soprattutto considerando le sue preferenze termiche. Tuttavia, il cambiamento climatico aumenta la vulnerabilità marina a questo tipo di colonizzazioni. Pertanto, i ricercatori sottolineano l’importanza di un monitoraggio attento e l’implementazione di una strategia nazionale per affrontare eventuali sviluppi futuri.
Entrambe le specie di granchio blu, oltre a possedere valori gastronomici elevati, rappresentano risorse potenziali per la pesca. Molti Paesi del Mediterraneo stanno considerando l’utilizzo di questi crostacei per gestire a lungo termine questa problematica. In supporto a questa strategia, i ricercatori del CNR hanno preparato un breve questionario indirizzato a tutti i cittadini, compresi coloro che non hanno mai assaggiato il granchio.