“Bristol è pronta per un’energia più pulita”. Recitava così il claim di uno spot pubblicitario della multinazionale Shell che, in data 7 giugno, l’Advertising Standards Authority (ASA) del Regno Unito ha deciso di vietare insieme ad alcuni annunci di altre società energetiche come Petronas e Repsol. L’autorità ha giudicato fuorvianti i messaggi contenuti nella campagna, che mostravano produzione di energia pulita da fonti rinnovabili, quando, al contrario, l’attività di Shell dipende in gran parte dai combustibili fossili.
Come spiega l’Advertising Standards Authority sul suo sito, la campagna sanzionata comprende un’affissione e dei video promozionali destinati alla televisione e al canale YouTube.
Lo spot televisivo, andato in onda il 14 giugno 2022, si apre con un uomo che afferma: “Nel Regno Unito, 1,4 milioni di famiglie utilizzano elettricità rinnovabile al 100% prodotta da Shell”. Nella scena successiva due ingegneri offshore intenti a lavorare su una spiaggia dichiarano alla telecamera: “Gli esperti di Shell stanno lavorando a un progetto eolico che potrebbe alimentare sei milioni di case”, mentre piani di progettazione animati per le turbine eoliche spuntano all’orizzonte. Intanto un testo apparso in sovrimpressione sullo schermo recita: “L’elettricità rinnovabile di Shell Energy è fornita dalla rete nazionale e certificata da garanzie di origine per l’energia rinnovabile, abbinando l’elettricità acquistata con la quantità equivalente da fonti rinnovabili al 100%”.
L’Advertising Standards Authority ritiene che gli annunci siano fuorvianti in quanto omettono informazioni significative sull’impatto ambientale complessivo delle attività commerciali di Shell nel 2022.
In risposta alla decisione presa, un portavoce della Shell ha dichiarato che la pubblicità riguardava esclusivamente le attività della sussidiaria Shell Energy UK, responsabile della distribuzione di energia elettrica nel Regno Unito. È stato inoltre sottolineato che i consumatori sono informati sulle responsabilità ambientali dell’azienda principale e sull’uso dei combustibili fossili.
Secondo l’Advertising Standards Authority, che ha mantenuto il divieto sulla campagna pubblicitaria, i messaggi pubblicitari facevano sì che il pubblico credesse in un impegno ambientale da parte della Shell che non corrisponde alla realtà. Nel 2021, la dirigenza della Shell si era impegnata a raggiungere l’obiettivo di “emissioni nette zero” entro il 2050, ma nello stesso anno aveva anche presentato un piano per aumentare gli investimenti nell’estrazione di gas naturale del 20%.
Nello stesso periodo, l’ASA ha vietato annunci simili delle multinazionali Petronas e Repsol.
Repsol, nella sua pubblicità, affermava di sviluppare biocarburanti e carburanti sintetici per raggiungere zero emissioni nette, mentre Petronas dichiarava di impegnarsi per diventare un partner progressivo per l’energia e le soluzioni, dopo aver riconosciuto di essere diventata parte del problema ambientale.
Secondo l’ASA questi annunci pubblicitari non forniscono informazioni rilevanti, come il contributo delle tre aziende alle emissioni di CO2 e possono quindi trarre in inganno i consumatori. Caroline Lucas, deputata del partito dei Verdi d’Inghilterra e Galles, ha affermato che gli annunci di greenwashing sono stati “permessi per diffondere false notizie sui combustibili fossili per troppo tempo” e che il governo dovrebbe conferire al regolatore maggiori poteri per consentirgli di agire “proattivamente per respingere questi annunci assolutamente fuorvianti” e vietare tutta la “pubblicità ad alto contenuto di carbonio”.