Alla luce delle rilevazioni tornate a livelli critici in diverse città italiane, alcune tra le maggiori associazioni di pediatria – Associazione Culturale Pediatri (ACP), Società Italiana Pediatria
(SIP), Società Italiana Nutrizione Pediatrica (SINUPE), assieme a Pensiero Scientifico Editore e Think2it – hanno scritto ai Sindaci italiani chiedendo di mettere in atto azioni incisive per ridurre o rimuovere il danno prodotto alla salute dei bambini dal preoccupante inquinamento atmosferico.
Come sottolineato nella lettera inviata al Presidente dell’Anci Antonio Decaro, “le evidenze scientifiche in merito sono chiare e rendono ineludibile – a rischio di gravi responsabilità a carico di chi amministra – la richiesta dei pediatri di adottare nelle città italiane, come è già accaduto in molte città d’Europa, misure che promuovano i comportamenti individuali sostenibili disincentivando quelli dannosi per la salute e il bene pubblico, l’attivazione di limiti alla circolazione dei veicoli inquinanti (ZTL), la pedonalizzazione e/o la creazione di zone a bassa velocità 20 Km/h in prossimità degli isolati degli edifici scolastici, città a 30 km/h, la creazione di percorsi ciclabili e lo sviluppo di spazi verdi nelle aree urbane”.
Come scrivono i pediatri, “l’esposizione precoce all’inquinamento atmosferico è collegata a esiti negativi durante la vita fetale e alla nascita, all’aumento della mortalità infantile, a disturbi dello sviluppo neurologico, all’obesità infantile, alla compromissione della funzione polmonare, all’asma e all’otite media, e rileva un possibile impatto sulla salute anche in età adulta e, addirittura, transgenerazionale”. I medici pediatri ricordano inoltre che “i costi sociali dell’inquinamento atmosferico sono altissimi, come mostrano i dati presentati nell’ultimo rapporto dell’European Public Health Alliance (EPHA) su 432 città europee in 30 Paesi. Comprendono anche le spese sanitarie dirette legate, ad esempio, alla ridotta aspettativa di vita. Nel 2018 i costi quantificati nel rapporto erano più di 166 miliardi di euro; in media ogni abitante di una città europea ha subito una perdita di benessere di oltre 1.250 euro all’anno, che equivale al 3,9% del reddito delle città”.