Accompagnata dallo slogan “Insieme per garantire la salute di tutti”, si è aperta oggi la terza edizione della Giornata nazionale del personale sanitario, socio-sanitario, socio-assistenziale e del volontariato. Le celebrazioni, avviate alla presenza del vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, del ministro della Salute Orazio Schillaci e del vicepresidente della Cei, mons. Francesco Savino, si svolgono presso la Pontificia Università San Tommaso D’Aquino, in ricordo dei circa 500 decessi registrati nella prima e nella seconda fase della pandemia di Covid-19 tra i professionisti sociosanitari del nostro Paese e i circa 474.000 contagiati.
Obiettivo principale della Giornata, è dedicare un tributo a chi ha pagato il prezzo più alto dell’emergenza Covid e onorare il lavoro e lo spirito di sacrificio mostrati da medici e sanitari durante l’emergenza pandemica. Promossa dal regista Ferzan Ozpetek e dal paroliere Mogol, la giornata cade il 20 febbraio in memoria del giorno in cui, nel 2020, a Codogno venne ricoverato il paziente uno, segnando l’ingresso ufficiale del Coronavirus nel nostro Paese.
“Tre anni fa, proprio nel mio laboratorio, è stato diagnosticato il primo caso italiano di Covid-19. Sono stati tre anni lunghissimi”, ricorda all’Adnkronos Maria Rita Gismondo, a capo del team che il 20 febbraio 2020 all’Ospedale Sacco di Milano scoprì la positività del “paziente uno” di Codogno, nel Lodigiano. “La sensazione – ribadisce Gismondi -, è che sia passata veramente un’epoca”.
Quest’anno, le 11 Federazioni e Consigli nazionali degli Ordini delle Professioni sociosanitarie, che rappresentano oltre 1,5 milioni di professionisti tra medici e odontoiatri, infermieri, farmacisti, veterinari, fisioterapisti, psicologi, biologi, assistenti sociali, hanno deciso di celebrare insieme questa giornata. “Le professioni sociosanitarie – affermano i rappresentanti delle Federazioni e dei Consigli – sono da sempre accanto a chi soffre e ha bisogno del loro aiuto. Anche nelle fasi più dure della pandemia, quando non c’erano ancora i vaccini e mancavano spesso anche i dispositivi di protezione individuale, l’assistenza non è mai venuta meno”.
Per la giornata del ricordo il presidente nazionale della Croce Rossa farà tappa a Vo’ Euganeo, il paese nel padovano dove il 21 febbraio si registrò la prima vittima del Covid, e poi a Calvisano, in provincia di Brescia, per ricordare Fausto Bertuzzi, il primo volontario della Croce Rossa a morire a causa del virus, a marzo. Prevista una tappa finale a Milano per un riconoscimento al volontario della croce Rossa Italiana Antonio Arosio, ex presidente del Comitato Regionale della Lombardia. Saranno presenti il sindaco Giuseppe Sala, il prefetto Reneto Saccone, il questore Giuseppe Petronzi ed esponenti di vigili del fuoco, forze armate e Ats.
A Codogno, per il 21 febbraio è in programma una giornata “dedicata alla comunità resiliente di Codogno e alle vittime del Covid” con la posa di una corona al memoriale in via Collodi.