È salpata la settimana scorsa dall’Hilton Molino Stucky di Venezia, che si staglia sul canale della Giudecca con la sua inconfondibile facciata in mattoncini rossi insieme all’imponente torre neogotica, la mostra fotografica di Marcello Bonfanti “Scandalosamente bello”, che racconta, attraverso le immagini, l’ideazione, la costruzione e le attività del Centro di chirurgia pediatrica di Emergency in Uganda, voluto da Gino Strada e progettato da Renzo Piano.

Promotore della mostra, l’Hilton Molino Stucky sorge su quello che un tempo fu un mulino poi finemente ristrutturato e divenuto una delle strutture iconiche e più significative dell’architettura di recupero post-industriale. Crocevia di storie e bellezza, è sembrato il luogo più adatto da cui far partire il racconto di un ospedale costruito per essere, oltre che utile, anche “scandalosamente bello”.
Il titolo della mostra deriva infatti dalla richiesta che Gino Strada fece a Renzo Piano, quando, parlandogli dell’idea di progettare l’ospedale di Emergency ad Entebbe, in Uganda, gli chiese che fosse “scandalosamente bello”, come di fatto è oggi: un’opera architettonica rispettosa dell’ambiente, immersa nella natura e perfettamente integrata nel paesaggio locale, costruito sulla sponda del Lago Vittoria, a 1.200 metri di altitudine e realizzato con materiali e tecniche sostenibili.
Dall’anno della sua apertura, nel 2021, a oggi, l’ospedale ha già operato più di 2mila bambini. Offre cure gratuite di eccellenza in chirurgia pediatrica e ha l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per i bambini, non solo dell’Uganda, ma dell’intero continente africano.
In un Paese in cui la metà della popolazione ha meno di 15 anni e il diritto alla salute non è garantito per tutti, che un ospedale, oltre che efficiente, sia anche “scandalosamente bello”, sembra un fatto del tutto secondario.
Invece, ha spiegato la presidente di Emergency Rossella Miccio nel corso della presentazione della mostra presso l’Hilton Molino Stucky, “la bellezza è parte della cura e può contribuire al miglioramento della salute dei pazienti. Questo ospedale è un atto di restituzione di uguaglianza. Per Emergency il diritto al bello è fondamentale e fa parte dello stesso progetto di cura. Quest’ospedale bellissimo simboleggia l’unione dell’eccellenza medica, dell’eccellenza estetica, nel rispetto del contesto dell’ambiente. Quando si arriva ad Entebbe, nel sito dell’ospedale, sembra davvero di essere in un mondo diverso, magico”.
“L’obiettivo, ha aggiunto , è costruire qualcosa che resti e che rappresenti un messaggio di speranza, ma che significhi, al contempo, restituzione di dignità e di riconoscimento dell’uguaglianza, i pilastri fondamentali di una società più giusta in cui ci tutti possiamo riconoscerci”.
Di bellezza ha parlato anche Raul Pantaleo, architetto di TAMassociati, lo studio che ha sviluppato il progetto dell’ospedale insieme a Renzo Piano: “Credo che tutto il mondo dell’architettura sia debitore verso Gino Strada per aver riportato al centro il tema della bellezza come un bisogno e per aver sollevato la necessità di fare architettura soprattutto in quei luoghi. La bellezza è sempre stata al centro degli ospedali di Gino. Per noi occidentali la parola ‘bellezza’ è un parola faticosa, complessa. Su questo Gino aveva un approccio più lucido. La bellezza per lui è fatta di poche cose: un albero, la pulizia, un edificio che racconta l’amore per la condivisione del benessere. Ancora più degli altri centri di Emergency, l’ospedale in Uganda, grazie all’incrocio con Renzo Piano, dichiara la volontà di far entrare la bellezza come un diritto inalienabile delle le persone ad immaginare un futuro”. D’altronde, come disse una volta lo stesso Renzo Piano: “In tutte le lingue africane, lo shawii per primo, l’idea di bello è sempre accompagnata dall’idea di buono: non c’è bellezza senza bontà”.
Nei prossimi mesi la mostra “Scandalosamente bello” verrà replicata in altre strutture del gruppo Hilton, approdando a Milano dal 9 al 12 marzo, a Como dal 15 al 22 maggio, al Rome Cavalieri dal 24 al 30 luglio e in altre strutture ancora da definire.