Anche quest’anno sono stati annunciati i vincitori della quindicesima edizione dell’Environmental Photographer of the Year, il concorso fotografico internazionale promosso da CIWEM, WaterBear, Nikon e Arup che premia le fotografie più suggestive capaci di sensibilizzare sul cambiamento climatico e sulle sue conseguenze.
Ad aggiudicarsi il primo pemio è stato il fotografo Mehdi Mohebi Pour con lo scatto intitolato “The bitter death of birds” (“L’amara morte degli uccelli”): le carcasse di 3 fenicotteri galleggiano sulla superficie della laguna di Miankaleh, in Iran, mentre alle loro spalle due operatori ambientali avanzano intenti a raccogliere i corpi per prevenire la diffusione di malattie. Sono solo tre delle migliaia di uccelli morti nella laguna a causa dell’inquinamento idrico e della mancanza di acqua.
“È stata scelta come fotografia vincitrice”, scrivono in una nota gli organizzatori del concorso, “per la sua rappresentazione surreale della natura circolare della vita tra esseri umani e fauna selvatica; così come per la potente capacità di trasmettere i reali problemi ambientali che interessano il nostro Pianeta, attraverso l’uso di colori audaci e contrastanti per creare una foto visivamente accattivante”.
Mohebi Pour ha commentato la sua vittoria con queste parole: “Voglio che le persone di tutto il mondo sappiano di questo triste evento della morte degli uccelli perché, se non riconsideriamo il nostro stile di vita e non ci prendiamo cura del pianeta, è ciò che accadrà presto in altri Paesi”.

A vincere, invece, il premio Young Environmental Photographer of the Year, dedicato ai “fotografi del futuro”, il sedicenne Fayz Khan con lo scatto “Beautiful But Hostile Colours on Earth” (“Colori belli ma ostili sulla Terra”): uno stormo di fenicotteri minori vola sul lago Magadi e il lago Natron, in Kenya, che un tempo formavano un unico lago d’acqua dolce, ma che oggi sono diventati due saline altamente concentrate, fortemente alcaline e tossiche per la maggior parte delle forme di vita vegetale e animale, ad eccezione dei fenicotteri minori che amano nutrirsi in superficie.
La foto è stata scelta perché oltre “ad essere classica e ben composta, evidenzia gli indicibili effetti della crisi climatica nella Rift Valley”.
La giuria internazionale di questa quindicesima edizione, tra cui l’attivista e ambasciatrice israeliano per Nikon Roie Galitz e la fotografa ambientale e per i diritti umani Matilde Gattoni, hanno ricevuto candidature da oltre 115 territori in tutto il mondo e da fotografi amatoriali e professionisti di tutte le età, dai sette ai 90 anni.
Quest’anno il concorso ha anche introdotto una commissione etica per migliorare la responsabilità e la trasparenza nella selezione delle foto.
Dopo un accurato processo di screening, la giuria, composta da esperti di giornalismo e fotografia, ha fornito indicazioni sulle regole del concorso di quest’anno e ha esaminato le foto che hanno sollevato preoccupazioni etiche.
Tutte le foto che non soddisfano gli standard etici del concorso, ad esempio se disumanizzano le persone o sfruttano individui o animali, sono state discusse dalla giuria e sono state richieste ulteriori informazioni ai fotografi.