Possibile importante novità in arrivo dall’Unione Europea per quanto riguarda la riduzione degli imballaggi in plastica. Il vicepresidente della Commissione UE, Frans Timmermans, ha presentato ieri una proposta di regolamento che mira a ridurre del 15% rispetto al 2018 i i rifiuti di imballaggio pro-capite per ogni Paese entro il 2040.
La proposta prevede il divieto di confezioni monouso all’interno di bar e ristoranti e dei flaconcini negli hotel; include sistemi di deposito e restituzione per le bottiglie di plastica monouso e per le lattine di metallo e prevede una quota obbligatoria di contenuto riciclato nei nuovi imballaggi di plastica. Inoltre, i prodotti in plastica biodegradabile commercializzati all’interno dell’UE dovranno avere un’etichetta che mostra quanto tempo impiegheranno a biodegradarsi, in quali circostanze e in quale ambiente.
Gli imballaggi destinati al compostaggio industriale saranno consentiti solo per bustine di tè, cialde di caffè, adesivi per frutta e verdura e sacchetti di plastica molto leggeri. Prima di entrare in vigore questi regolamenti dovranno essere approvati dai membri degli stati dell’Unione e dal Parlamento europeo. Si tratta, tuttavia, di un regolamento che l’industria del riciclo italiana non vede di buon occhio.
Il motivo? L’erronea convinzione che incoraggiare la pratiche di riutilizzo possa disincentivare le attività di riciclo. Lo spiega bene Giuseppe Ungherese, Responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia: “In merito alla proposta di regolamento, nelle scorse settimane in Italia si è scatenato un acceso dibattito che vedeva contrapposti riuso e riciclo. Secondo noi di Greenpeace – spiega – si tratta di una narrazione fuorviante, visto che riciclo e riuso sono azioni sinergiche e non antitetiche come il Ministro Pichetto Fratin e l’industria hanno fatto credere. Se dovesse essere inserito nella proposta europea l’obbligo di utilizzare packaging fabbricato con plastica riciclata, è necessario sviluppare filiere di riciclo altamente performanti basate su sistemi di raccolta efficienti come, ad esempio, il deposito su cauzione o DRS per i contenitori per bevande”.
Consapevole di questi dubbi nostrani, il vicepresidente Timmermans è intervenuto nel corso della presentazione della proposta sul packaging, parlando in italiano:
“Nessuno vuole mettere fine alle pratiche di riciclo che funzionano bene o mettere in pericolo gli investimenti sottostanti. So che in Italia moltissimo già è stato fatto sul riciclo, vogliamo ancora di più, non di meno, non c’è competizione tra i due approcci”.
“Non tutte le pratiche di riciclo funzionano veramente bene, ma il riutilizzo non è in competizione con il riciclo, abbiamo bisogno di entrambi gli strumenti, come di più impianti per il trattamento dei rifiuti”, ha spiegato.
Ma l’industria dell’imballaggio UE si è detta contraria al piano di Bruxelles per la riduzione dei rifiuti da imballaggio: “La proposta rischia di andare contro gli obiettivi del Green Deal, riportando indietro le lancette dell’orologio del riciclo e compromettendo la funzionalità degli imballaggi nel proteggere i prodotti e prevenire i rifiuti”, evidenzia l’organizzazione di categoria, Europen, che tra i suoi membri conta anche Ferrero.