Segnali di speranza dal mondo del lavoro. Gli occupati in Italia sono cresciuti di 82mila unità nell’ottobre 2022 rispetto a settembre e di 496mila rispetto all’ottobre di un anno fa. Lo rileva l’Istat sottolineando che gli occupati sono ad oggi 23.231.000 per un tasso di occupazione al 60,5% – un valore record dal 1977 – anno di inizio delle serie storiche. Mediamente in Ue nel 2021 risultava occupato il 68,4% della forza lavoro, quindi restiamo ben sotto la media. Da notare che il dato generale europeo è cresciuto nell’arco di un decennio di circa 6 punti percentuali (nel 2012 si attestava al 62,6%). Spiccano i Paesi Bassi che vedono occupato l’80% della forza lavoro. Seguono Germania (75,8%) e Danimarca e Malta (entrambe con il 75,5%). Agli ultimi posti invece Grecia (57,2%), Italia (58,2%) e Romania (61,9%), secondo gli ultimi dati Eurostat. Tornando al nostro Paese, a ottobre il tasso di disoccupazione totale scende al 7,8% (-0,1 punti) e quello giovanile cala al 23,9% (-0,2 punti), comunica l’Istat diffondendo le stime mensili su occupati e disoccupati. Il tasso di inattività diminuisce al 34,3% (-0,2 punti). Nel dettaglio, nel secondo trimestre 2022, l’input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, è aumentato dell’1,3% rispetto al trimestre precedente e del 5,1% rispetto al secondo trimestre 2021; la dinamica è simile a quella osservata, nello stesso periodo, per il Pil che è cresciuto dell’1,1% in termini congiunturali e del 4,7% in termini tendenziali. Nel secondo trimestre 2022 gli occupati sono 175 mila in più rispetto al primo trimestre 2022 (+0,8%), a seguito della crescita dei dipendenti a termine (+48 mila, +1,6% in tre mesi), ma anche di quelli a tempo indeterminato (+126 mila, +0,8%); diminuisce invece sia il numero di disoccupati (-97 mila, -4,6% in tre mesi), sia quello degli inattivi di 15-64 anni (-121 mila, -0,9%). I tassi seguono la stessa dinamica: +0,5 punti per il tasso di occupazione, che raggiunge il 60,2%, -0,4 e -0,3 punti, rispettivamente, per i tassi di disoccupazione e di inattività 15-64 anni. In termini tendenziali, l’aumento dell’occupazione (+677 mila unità, +3,0% in un anno) oltre a coinvolgere i dipendenti – a tempo indeterminato (+396 mila, +2,7%) e a termine (+245 mila, +8,3%) – riguarda, seppur con minore intensità, anche gli indipendenti (+36 mila, +0,7%).
Prosegue il forte calo del numero di disoccupati (-382 mila in un anno, -16,0%) e di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-588 mila, -4,4% in un anno). La dinamica si riflette nella crescita del tasso di occupazione (+2,3 punti rispetto al secondo trimestre 2021) che si associa alla diminuzione dei tassi di disoccupazione e di inattività (-1,6 e -1,3 punti, rispettivamente). Dal lato delle imprese, nel secondo trimestre 2022 prosegue la crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti, con un aumento dell’1,3%. Cresce sia la componente a tempo pieno (+1,6%), sia, in misura più contenuta, la componente a tempo parziale (+0,5%). Anche in termini tendenziali le posizioni dipendenti continuano ad aumentare a ritmi sostenuti, con una dinamica più marcata per la componente a tempo pieno (+6,2% rispetto al +5% della componente a tempo parziale). Continua l’aumento delle ore lavorate per dipendente – in termini sia congiunturali (+1,3%) sia tendenziali (+5,6%) – e la riduzione del ricorso alla cassa integrazione (8 ore ogni mille ore lavorate). In crescita anche il tasso dei posti vacanti, di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,4 punti rispetto allo stesso trimestre del 2021. In termini congiunturali, il costo del lavoro per unità di lavoro e le sue componenti – retribuzioni ed oneri sociali – registra lo stesso aumento, pari allo 0,6%. Su base annua, invece, l’aumento il costo del lavoro (+0,2%) è sintesi della crescita della componente retributiva (+0,5%) e della riduzione degli oneri sociali (-0,3%).