Continuano a rincorrersi le voci sul numero delle vittime della frana provocata dal violento nubifragio che all’alba di sabato ha colpito il comune di Casamicciola, sull’isola di Ischia. Il bilancio provvisorio è di un morto (una donna ritrovata e recuperata in piazza Maio, una delle prime zone battute dai soccorritori), 11 dispersi e 13 feriti.
Proseguono senza sosta le ricerche nel fango che ha travolto abitazioni e strade. Vigili del fuoco, operatori della Protezione civile e uomini delle forze dell’ordine stanno setacciando tutte le aree maggiormente colpite, su tutte il porto di Casamicciola e piazza Bagni. Secondo le prime rilevazioni dal monte Epomeo c’è stato il fatale cedimento del terreno e la valanga di fango che si è generata ha cancellato la vegetazione lasciando nudi i fianchi del monte. Sul lungomare si sono ammassate almeno una decina di vetture e due bus turistici che la forza della frana ha trascinato a valle.
Non va meglio nella zona alta, quella già ferita dal terremoto dell’agosto 2017, quando una scossa di magnitudo 4.0 causò la morte di 2 persone, oltre al crollo e alla distruzione parziale di diverse abitazioni.
La frana, così come avvenuto nel novembre del 2009, ha trascinato massi e detriti che hanno causato il crollo di una decina di edifici. Da una prima stima sarebbero circa 30 i nuclei familiari isolati, in totale 100 persone che devono essere ancora raggiunte e che sono senza acqua e luce. La strada che porta alle loro abitazioni è attualmente impraticabile per il fango.
I bob cat vanno avanti e indietro incessantemente per rimuovere i detriti e la Protezione civile regionale ha approntato gruppi elettrogeni che verranno messi in funzione in modo da potere consentire le ricerche anche con il buio. Albergatori e ristoratori, intanto, hanno dato la loro disponibilità ad offrire accoglienza e pasti per sfollati e soccorritori. Nella sede provvisoria del Comune è stato aperto il centro operativo comunale ed è in corso sull’isola anche la ricerca di strutture pubbliche, come palestre e scuole, dove accogliere temporaneamente persone rimaste senza casa.
“La situazione è molto complicata, si tratta di persone che sono probabilmente sotto il fango, che non rispondono alle chiamate”, ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al Tg2 rispondendo dalla sala operativa dei vigili del fuoco, da dove sta seguendo le operazioni di soccorso. “La prefettura insieme alla Regione sta disponendo l’evacuazione di circa 200 persone, per il ricovero delle persone interessate dal movimento franoso, che devono essere messe in salvo”, ha detto il ministro dell’Interno. Una famiglia con un neonato, data in un primo momento dispersa, è stata ritrovata: sono tutti salvi.
Ci sarà tempo e modo per analizzare con attenzione cause e responsabilità dell’accaduto anche se la tragedia ha tutti i contorni di una storia che continua a ripetersi secondo un triste copione (mix fatale di abusivismo edilizio, incuria del territorio, connivenza delle amministrazioni) in un’area che è da decenni estremamente sensibile e vulnerabile a disastri ambientali.
Davanti alle notizie e alle immagini che arrivano da #Ischia, il primo pensiero va ai familiari dei dispersi e la vicinanza concreta va all'intera comunità ischitana. Una cosa ci insegna il fango: il #clima sta cambiando e l'Italia continua ad essere impreparata. #26novembre https://t.co/s26RjOePy7
— Legambiente Onlus (@Legambiente) November 26, 2022
“Crisi climatica, mancanza di manutenzione e cura del territorio e dissesto idrogeologico sono le cause di questa tragedia”, ha dichiarato il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra e presidente del gruppo Misto del Senato, Peppe De Cristofaro. Il geologo Mario Tozzi parla di “limiti idrogeolici superati” e della mancanza di una cultura dell’ambiente nel nostro Paese.
Il direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv, Mauro di Vito, invece, pone l’accento sulla mancanza di una prevenzione efficace e mette in guardia sul “concreto rischio di nuove e imminenti frane”. Dello stesso avviso anche Legambiente che in una nota dichiara: “Una cosa ci insegna la pioggia e il fango caduti sull’Isola: il clima sta cambiando, eppure l’Italia continua ad essere impreparata con amministratori e cittadini lasciati spesso soli a fronteggiare impatti di questa dimensione dovuti in primis ai cambiamenti climatici, che amplificano gli effetti di frane e alluvioni e che stanno causando danni al territorio e alle città mettendo in pericolo la popolazione”. Dure anche le parole di Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia per WWF Italia, che con un Tweet denuncia l’inazione dei governi italiani: “Sono passati 4 anni dall’ultimo avvistamento di una bozza del Piano di Adattamento al Cambiamento Climatico”.