“Mentre la COP27 è in corso, il nostro Pianeta manda un segnale di sofferenza. L’ultimo rapporto sullo Stato del clima globale è la cronaca del caos climatico. Come la Organizzazione meteorologica mondiale mostra chiaramente, il cambiamento sta avvenendo ad una velocità catastrofica, devastando vite e mezzi di sussistenza in ogni continente”.
Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, all’apertura della Conferenza Onu sul clima COP27 a Sharm el-Sheikh, in Egitto, facendo riferimento all’ultimo rapporto diffuso dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), secondo il quale gli ultimi 8 anni sono stati i più caldi fra quelli registrati finora, alimentati da concentrazioni sempre crescenti di gas serra e dal calore accumulato nel mare.
La temperatura media nel 2022 è di circa 1,15 gradi sopra i livelli pre-industriali. L’aumento delle concentrazioni dei principali gas serra nell’atmosfera (anidride carbonica, metano, diossido di azoto) ha raggiunto livelli record nel 2021, che continuano a salire nel 2022. Il caldo fa sciogliere le calotte polari e i ghiacciai, e provoca l’innalzamento del livello dei mari, che minaccia stati insulari e territori costieri. E provoca, inoltre, eventi meteorologici estremi , desertificazione (anche in Italia, dove oltre il 20% del territorio è a rischio desertificazione) e favorisce il diffondersi di malattie.
Migliaia di persone rimangono uccise, milioni devono affrontare fame, miseria e migrazioni.
“Le persone e le comunità in ogni dove devono essere protette dai rischi immediati e sempre crescenti dell’emergenza climatica. È per questo che stiamo facendo così tanta pressione per sistemi universali di primo allarme entro 5 anni. Dobbiamo rispondere al segnale di sofferenza del pianeta con l’azione, un’ ambiziosa e credibile azione climatica”, ha dichiarato Guterres.
Non a caso uno dei temi più controversi affrontato nel corso delle COP è, ormai da molti anni, quello del “loss and damage (L&D)”, le perdite e i danni legati agli sconvolgimenti climatici e le relative azioni di risarcimento e compensazione.
Dal rapporto del Mwo emerge che la siccità nel 2022 ha ridotto alla fame 19 milioni di persone nell’Africa orientale, mentre le alluvioni hanno ucciso 1.700 persone in Pakistan e hanno costretto quasi 8 milioni a lasciare i loro villaggi. Nell’Africa orientale, le piogge sono state sotto la media per quattro stagioni consecutive, il periodo più lungo in 40 anni, e ci sono indicazioni che anche l’attuale stagione sarà secca. Il numero delle persone che erano in situazione di crisi alimentare prima di giugno 2022 in Kenya, Somalia ed Etiopia si aggirava tra i 18,4 e 19,3 milioni. Piogge da record a luglio e agosto hanno portato a vaste alluvioni in Pakistan. Ci sono stati almeno 1.700 morti e 33 milioni di persone colpite. Gli sfollati sono stati 7,9 milioni. L’Africa meridionale, e in particolare il Madagascar, è stata colpita da una serie di cicloni all’inizio dell’anno.
L’uragano Ian a settembre ha causato morte e distruzione a Cuba e in Florida. Larga parte dell’emisfero settentrionale è stata eccezionalmente calda e secca quest’anno. La Cina ha avuto la più estesa e lunga ondata di calore da quando ci sono rilevazioni, e la seconda estate più secca mai registrata. Il fiume Yangtze a Wuhan ad agosto ha raggiunto il suo livello più basso mai registrato. Larghe zone d’Europa hanno sofferto ripetuti episodi di caldo estremo. Il Regno Unito il 19 luglio ha registrato il suo record nazionale, con oltre 40 gradi per la prima volta. Il caldo è stato accompagnato da siccità e incendi. I fiumi europei, fra i quali il Reno, la Loira e il Danubio sono scesi a livelli critici.
“Maggiore il riscaldamento, peggiore l’impatto – ha commentato il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas -. Abbiamo livelli così alti di anidride carbonica nell’atmosfera oggi che l’obbiettivo di 1,5 gradi dell’Accordo di Parigi è a malapena raggiungibile”.
Per Talaas “è già troppo tardi per molti ghiacciai, e lo scioglimento continuerà per centinaia se non migliaia di anni, con enormi conseguenze sulla sicurezza idrica. Il tasso di innalzamento del livello del mare è raddoppiato negli ultimi 30 anni. Sebbene lo misuriamo ancora in termini di millimetri all’anno, l’aumento sarà da mezzo metro a un metro per secolo, e questa è una minaccia a lungo termine e grave per molti milioni di abitanti delle coste e stati bassi”.
Per la cerimonia inaugurale all’International Convention Center di Sharm el-Sheikh è arrivata anche la premier Giorgia Meloni, accompagnata nella giornata dal ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto. Ad accoglierla, Antonio Guterres e il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi. A margine del vertice Onu sul clima, Giorgia Meloni ha incontrato il presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog e ha avuto un faccia a faccia anche con il primo Ministro del Regno Unito, Rishi Sunak e con il primo ministro della Repubblica federale democratica di Etiopia, Abiy Ahmed.