“L’inquinamento dell’aria è un nemico infido, e colpisce più forte i bambini. Succede perché sono più bassi di statura, quindi vicini all’altezza dei gas di scarico delle auto; perché hanno un sistema polmonare più delicato e anche perché respirano più velocemente degli adulti, aumentando quindi la quantità di aria inquinata che devo filtrare ogni giorno”, Chinthika Piyasena – neonatologa all’ospedale Guys & St Thomas’s Trust di Londra – è una dei medici che per protestare contro lo smog partecipa a Ride For Their Lives, una corsa in bici di 1.500 km da Ginevra a Napoli che bene si inserisce nella Giornata internazionale dell’azione per il clima, il 24 ottobre. Portano una cartella blu che sarà consegnata alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici – la COP27 che partirà in Egitto il 6 novembre – ad Omnia El Omrani, presidente della COP27 con delega per i giovani. Dentro la Lettera di prescrizione per un clima sano, firmata da 46 milioni di operatori sanitari nel mondo, e l’appello per un Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili. “È importantissimo raccontare quanto possiamo fare per cambiare le cose. Noi siamo qui per reazione alla storia di Ella, la bambina che a Londra è morta a causa dell’inquinamento dell’aria diversi anni fa. Ci accusarono di non aver avvertito la popolazione, di non esserci spesi abbastanza per far capire cosa si rischia se l’aria è inquinata. Per questo oggi siamo qui”, ha aggiunto Mark Hayden, che lavora nella Terapia Intensiva pediatrica del Great Ormond Street Hospital for Children di Londra. Sono molti altri i medici – anche diversi italiani dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP) e della rivista UPPA – che si sono uniti alla corsa, e nell’attraversare lo stivale incontrano altri medici, genitori, attivisti e associazioni di ciclisti. A Milano si sono uniti alla Giornata per le Strade Scolastiche, che chiede strade chiuse al traffico a motore davanti agli istituti, fatto che – a Londra – ha fatto diminuire la quantità di inquinanti in aula del 30% (dati CleanCities). Oggi si trovano a Modena e poi sarà la volta di Firenze, Roma e Napoli. Il lungo viaggio ha preso il via dal Palazzo delle Nazioni, sede dell’Ufficio delle Nazioni Unite di Ginevra, passa per la vicina Unione Internazionale dei Ciclisti (UCI) ad Aigle, sotto l’egida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), della Federazione Internazionale degli Ospedali, degli Ospedali Universitari di Ginevra e del Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito.
“Sono entusiasta di salire in sella alla mia bici per aiutare a evidenziare gli impatti sulla salute della crisi climatica. Oggi ogni 5 secondi una persona muore a causa dall’inquinamento atmosferico. Per questo l’Oms chiede ai governi di condurre una graduale, giusta e rapida eliminazione dei combustibili fossili, per raggiungere un futuro di energia pulita che protegga il nostro pianeta e garantisca vite più lunghe e più sane alle persone”, ha commentato uno dei ciclisti, il dottor Diarmid Campbell-Lendrum, capo dell’Unità per i cambiamenti climatici e la salute dell’Organizzazione mondiale della sanità. “Le cause dell’inquinamento atmosferico e del cambiamento climatico sono simili e, come pediatra, sento di avere il dovere di parlare del danno che stanno facendo alla salute dei nostri figli. Ci sono soluzioni e stiamo pedalando per ispirare e incoraggiare gli altri a sostenere questa lotta e a richiedere un’azione congiunta a tutti i livelli: politico, istituzionale e individuale”, ha aggiunto Heather Lambert, pediatra Great North Children’s Hospital, Regno Unito. Come noto, l’inquinamento atmosferico è una delle maggiori minacce ambientali per la salute umana, insieme ai cambiamenti climatici. Quasi il 99% della popolazione mondiale vive in luoghi in cui i livelli di inquinamento atmosferico superano le linee guida dell’OMS. L’UNICEF stima che circa un miliardo di bambini – quasi la metà di tutti i bambini nel mondo – corrono “un rischio estremamente alto” di impatto dalla crisi climatica.
Ride for Their Lives è nato nell’ottobre 2021, quando il personale ospedaliero pediatrico e i leader del settore sanitario hanno pedalato da Ginevra via Londra fino alla COP26 di Glasgow. Hanno consegnato sia la lettera di prescrizione per un clima sano, sia il rapporto speciale dell’OMS COP26 sui cambiamenti climatici e la salute ai delegati del governo sia della COP26 che della COP27 presidenze. Alla luce di quel successo, quest’anno la campagna è diventata globale e, in vista della COP27, ci sono molte corse che si svolgono nel Regno Unito e all’estero. Le cause dell’inquinamento atmosferico tra l’altro sono spesso le stesse delle cause dell’emergenza climatica: la maggior parte dell’inquinamento atmosferico deriva dalla combustione di combustibili fossili per l’energia, i trasporti e l’industria. “E poiché le cause sono in gran parte le stesse, anche le soluzioni possono essere le stesse: energia rinnovabile, mobilità elettrica, trasporto pubblico e ancora passeggiate a piedi e in bicicletta”, ricordano i medici in sella alle loro bici. A livello globale, l’inquinamento atmosferico uccide circa 7 milioni di persone all’anno. Contribuisce a condizioni respiratorie come l’asma, il cancro ai polmoni e le malattie cardiache. Stanno emergendo prove che contribuisce anche alla demenza, al basso peso alla nascita e al diabete di tipo 2. È sempre più collegato a malattie mentali e malattie fisiche. Recentemente l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rafforzato le sue linee guida sui livelli di inquinamento atmosferico, descrivendolo come “alla pari con altri importanti rischi per la salute globale come una dieta malsana e il fumo di tabacco”. Come per l’emergenza climatica, i bambini sono i più colpiti. I bambini più poveri negli ambienti urbani sono i più esposti, aumentando l’impatto delle disuguaglianze sociali. Nel Regno Unito si calcola che lo smog provoca circa 28.000-36.000 morti premature all’anno, inclusa quella appunto di Ella Kissi-Debrah, 9 anni, morta nel 2013.