Nel mondo, i piccoli agricoltori producono la maggior parte del cibo che 7 miliardi e mezzo di persone mettono sulla tavola ogni giorno. Eppure, sono proprio i piccoli agricoltori a vivere spesso nell’insicurezza alimentare, rappresentando la maggioranza di quanti sul pianeta vivono in povertà. La costruzione di solidi, sostenibili sistemi alimentari non può prescindere da questo fatto e si deve concentrare su soluzioni che aumentino i loro redditi e migliorino i loro mezzi di sostentamento, per la sicurezza alimentare delle loro famiglie e, in ultima istanza, di gran parte della popolazione mondiale. Molti piccoli agricoltori non producono abbastanza per riuscire a sfamarsi nella stagione di magra. Altri riescono a ricavare un piccolo surplus, non sufficiente però a generare un vero e proprio reddito. In generale, i contadini mancano di input produttivi e forme di finanziamento. Spesso, la gestione del raccolto è inadeguata. A complicare il quadro, la frequenza e l’intensità dei fenomeni atmosferici estremi (come siccità o alluvioni) ha un effetto devastante su un’agricoltura che fa esclusivo affidamento sulle piogge.

Il World Food Programme si occupa di sostenere i piccoli agricoltori in molti modi innovativi, come in Malawi, dove un sistema di irrigazione alimentato a pannelli solari ha cambiato la vita di un centinaio di famiglie di piccoli agricoltori, come quella di Rosie Jameson. Siccità persistenti – nella regione le temperature crescono del doppio rispetto alla media globale – avevano inaridito l’ettaro di terra di Rosie che non riusciva più a sfamare la sua famiglia né poteva più mandare i propri figli a scuola. Grazie a questo sistema di irrigazione del WFP, costruito insieme a World Vision e il governo del Malawi, Rosie e altri contadini hanno raccolto, lo scorso anno, la quantità record di 15 tonnellate di cibo, venduto all’equivalente di circa 12.600 dollari. Quest’anno, prevedono di triplicare il raccolto, nonostante la persistenza di piogge erratiche.

I raccolti servono anche a fornire cibo per il programma di alimentazione scolastica del WFP nel paese, che si occupa anche di riforestazione, orti di comunità e riabilitazione di terre degradate. Per interrompere il ciclo nefasto della fame e costruire la resilienza locale ad un clima che cambia e i cui effetti dannosi sono sofferti in misura molto maggiore da chi non ha certo contribuito a crearli.