È arrivata da una dozzina di Ong ambientaliste l’atteso ricorso contro l’atto delegato europeo che include il gas fossile e l’energia nucleare nella tassonomia degli investimenti verdi di transizione. La decisione della Commissione europea di inserire nucleare e gas tra le energie verdi continua a scatenare forti opposizioni, anche dall’interno dell’Europarlamento. Le azioni legali contrarie a questa decisione sono in realtà due: una firmata dalle organizzazioni ambientaliste ClientEarth, Transport & Environment (T&E), European Policy Office del Wwf e il Bund (Friends of the Earth Germany), l’altra portata avanti dalle associazioni nazionali Greenpeace di otto Stati membri (Italia, Germania, Francia, Spagna, Belgio, Lussemburgo, Europa centrale e orientale oltre all’Unità europea dell’associazione). Hanno presentato ricorso alla Commissione Ue il 9 settembre scorso, chiedendo un “riesame interno” dell’atto. Ora l’esecutivo europeo dovrà analizzare le loro argomentazioni e rispondere: entro il prossimo febbraio, perché in caso di ritardo il contenzioso finirà davanti alla corte di Giustizia europea. Secondo quanto affermano le Ong – e quanto pare evidente a tutti, almeno per quanto riguarda il gas – la Commissione avrebbe agito non sulla base di dati ed evidenze scientifiche, ma per interesse economico e politico (forte la pressione della Francia per l’inclusione del nucleare). L’esecutivo avrebbe ignorato le raccomandazioni del gruppo di esperti, in particolare per quanto riguarda la silvicoltura, la bioenergia, l’energia a gas e l’energia nucleare, senza fornire alcuna solida giustificazione scientifica per queste decisioni.
“I governi e le lobby europee hanno pesantemente minato la credibilità della tassonomia dell’UE e la Commissione si è piegata di fronte a loro. Non crediamo più che questa Commissione consentirà alla Piattaforma di lavorare in modo indipendente e con integrità, quindi non possiamo più far parte di questo processo”, ha commentato Sebastien Godinot, Senior Economist presso l’Ufficio Politico Europeo del WWF, nel lasciare il gruppo di esperti che hanno lavorato alla Tassonomia per protesta appunto contro questa decisione. “Abbiamo parlato con molte istituzioni finanziarie e più o meno tutte ci hanno detto quali sono i criteri politici. Non c’è alcun mistero al riguardo. C’è stato il coinvolgimento o l’interferenza del presidente Macron e del governo tedesco”, ha continuato Godinot. Secondo l’accusa, inoltre, la scelta di ammettere gas e nucleare è contraria alle leggi europee in materia di energia e clima. “Il gas è una delle principali cause del caos climatico ed economico in atto, mentre non esiste ancora una soluzione al problema delle scorie radioattive nucleari e il rischio di incidenti nucleari è troppo significativo per essere ignorato”, ha aggiunto Ariadna Rodrigo, responsabile della campagna per la finanza sostenibile di Greenpeace Ue. L’Atto delegato sulla tassonomia entrerà in vigore e si applicherà a partire dal primo gennaio 2023.