È stato il film White Noise (Rumore bianco) del regista newyorkese Noah Baumbach, con Adam Driver e Greta Gerwig, in concorso alla 79a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ad aggiudicarsi quest’anno il “Green Drop Award”, il premio che Green Cross assegna al film, tra quelli in gara nella selezione ufficiale del Festival, che interpreta meglio i valori dell’ecologia, dello sviluppo sostenibile e della cooperazione fra i popoli.
Il premio, rappresentato da una goccia di vetro di Murano realizzata dal maestro Simone Cenedese, è stato ritirato da Netflix che ha prodotto il film. Come preannunciato, il Premio speciale, in collaborazione con ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, è invece andato al film fuori concorso Siccità di Paolo Virzì,
Questa la motivazione letta dalla giuria d’onore presieduta da Simone Gialdini, direttore dei ANEC, in occasione della consegna del Green Drop Award a Netflix per White Noise: “Per aver saputo trattare il tema dell’apocalisse ambientale in maniera realistica e inquietante, con una satira capace di abbracciare vari aspetti della società contemporanea, dove il potere dei media e il consumismo generano una serie di psicosi che rischiano di alterare la percezione dei problemi”.
Parlando della pellicola vincitrice, Marco Gisotti, direttore del Green Drop Award, ha detto: “Adattamento dell’omonimo romanzo di Don DeLillo, White Noise è un film originale, ambizioso e avvincente, che gioca con misura su più registri. Baumbach aggiorna agli anni Venti del nuovo Millennio la critica alla società dei consumi, alle paure ambientali, al catastrofismo e al reaganismo degli anni Ottanta, lasciando immutata la stessa corrosività della pagina scritta”.
La motivazione che ha invece accompagnato l’assegnazione del Premio Speciale a Siccità di Virzì è stata: “Per la rappresentazione, drammatica e concreta di un futuro che confina col presente, descrivendo un’aridità ambientale che finisce per rendere altrettanto aride le coscienze di alcuni dei protagonisti, lasciando tuttavia germogliare il seme della speranza”.
“Forse è il caso di sdoganare un tabù e cominciare a dire che accettiamo l’estinzione della specie umana e quindi parliamo d’altro – ha spiegato Paolo Virzì ricevendo il premio -. Oppure è necessario parlare di quello che conta davvero e non solo di punti percentuali. La vita, il mondo, le persone e il momento drammatico che tutti abbiamo attraversato con allarmi sanitari globali, guerra, dissesti idrogeologici, ci dicono che l’orologio del Pianeta fa un tic-tac sempre più inquietante che ci ricorda che noi dobbiamo sbrigarci”.
Raccontando il suo film alla vigilia di Venezia, Paolo Virzì lo aveva presentato così: “Nel momento in cui le strade delle nostre città erano deserte, ed eravamo chiusi ciascuno a casa propria, connessi l’uno all’altro solo attraverso degli schermi, ci è venuto naturale guardare avanti, interrogandoci su quello che sarebbe stata la nostra vita dopo. Abbiamo iniziato a fantasticare su un film ambientato tra qualche anno, in un futuro non così distante dal presente. Immaginando alcuni racconti da far procedere ciascuno autonomamente, secondo la tecnica del film corale, che man mano scopriamo esser legati l’uno all’altro in un intreccio più grande. Una galleria di personaggi ugualmente innocenti e colpevoli, un’umanità spaventata, affannata, afflitta dall’aridità delle relazioni, malata di vanità, mitomania, rabbia, che attraversa una città dal passato glorioso come Roma, che si sta sgretolando e ‘muore di sete e di sonno’”.
Il presidente di Green Cross Italia Elio Pacilio ha messo in luce anche gli aspetti di sostenibilità di Wildside, società produttrice del film: “Siccità porta in scena un futuro apocalittico in cui a Roma non piove da anni e la mancanza d’acqua stravolge regole e abitudini. Abbiamo voluto dare un riconoscimento speciale al film anche per le modalità con le quali è stato prodotto, attente ad abbattere l’impatto ambientale e a compensare le emissioni di gas climalteranti. Un film che predica bene e che razzola anche meglio”.