A pochi giorni dall’approvazione del ddl Concorrenza, che prevede l’ottenimento delle concessioni balneari tramite bando a partire dal 2024, Legambiente pubblica il suo “Rapporto spiagge 2022”, una panoramica sulla situazione delle coste italiane “che pone l’accento in particolare su alcuni nodi da risolvere subito come la scarsa trasparenza sulle concessioni balneari, i canoni per buona parte ancora irrisori, la non completezza dei dati sulle aree demaniali e soprattutto l’assenza di un regolare e affidabile censimento delle concessioni balneari”.
Quella che ne viene fuori è una cartolina affollatissima, con pochissimi spazi liberamente accessibili e gratuiti sulle nostre spiagge.
Le cause?
Innanzitutto la crescita dei processi di erosione costiera, che riguardano circa il 46% delle coste sabbiose, con i tratti di litorale soggetti ad erosione triplicati dal 1970. Secondo le stime, 40 milioni di metri quadrati di spiagge sono andati persi a causa dell’erosione costiera negli ultimi 50 anni.
Complessivamente, rende noto Legambiente, metà delle spiagge del Paese è liberamente accessibile e fruibile alla balneazione: il 7,2% della costa è sottratta alla balneazione per inquinamento o perchè non monitorata da campionamenti stagionali, mentre quasi il 43% delle coste sabbiose risulta occupato da stabilimenti balneari.
L’altra grande problematica riguarda proprio la scarsa regolamentazione e conseguente crescita delle concessioni balneari lungo le spiagge italiane. I dati del monitoraggio del Sistema informativo Demanio marittimo (S.I.D.), effettuato a maggio 2021, parlano di 12.166 concessioni balneari in tutto.
Negli ultimi venti anni la crescita dei nuovi stabilimenti è continuata a ritmi talmente sostenuti che in molti Comuni è oramai impossibile trovare uno spazio dove poter liberamente e gratuitamente sdraiarsi a prendere il sole. I numeri riportati da Legambiente sono impressionanti: alcune Regioni segnano il record a livello europeo, come Liguria, Emilia-Romagna e Campania, dove quasi il 70% delle spiagge è occupato da stabilimenti balneari. Nel Comune di Gatteo, in Provincia di Forlì e Cesena, tutte le spiagge sono in concessione, ma anche a Pietrasanta (LU), Camaiore (LU), Montignoso (MS), Laigueglia (SV) e Diano Marina (IM) siamo sopra il 90% e rimangono liberi solo pochi metri spesso in prossimità degli scoli di torrenti in aree degradate.
Anche se il quadro che ne viene fuori non è dei migliori, non tutto è perduto e le buone pratiche non mancano. Legambiente riporta un elenco di azioni da intraprendere contro l’erosione costiera per la gestione dei litorali, raccontando storie di stabilimenti green, strutture che puntano a un’offerta di qualità ambientale e “che hanno scelto di essere “plastic free”, di coinvolgere i bambini in progetti di educazione ambientale, di recuperare tratti di dune, di valorizzare prodotti a chilometro zero, di utilizzare piante autoctone, di scegliere una gestione flessibile e aperta a tutti degli spazi in concessione, di produrre energia e acqua calda per le docce con pannelli solari, di utilizzare solo legno e materiali naturali per le strutture, di puntare su una accessibilità per tutti che superi ogni barriera, di premiare e aiutare con spazi ad hoc chi si muove in bici o con mezzi di mobilità elettrica, di raccontare ai turisti la storia e la cultura dei territori in cui sono ospitati, di realizzare interventi di recupero delle tartarughe ma anche di valorizzazione della costa e pulizia assieme a associazioni e parchi naturali”.
È il caso di Lecce, che con il suo Piano Comunale delle Coste prevede il monitoraggio permanente dell’erosione costiera, la protezione e ricostruzione dei cordoni dunali, la trasformazione degli edifici degradati in strutture leggere in armonia con il paesaggio e la garanzia del diritto dei cittadini all’accesso e alla libera fruizione del patrimonio naturale pubblico, nonché disciplina per il suo utilizzo eco-compatibile; o del progetto “Parco del Mare” di Rimini, che ha l’obiettivo quello di rigenerare i 16 chilometri costieri creando un corridoio ambientale e funzionale, dedicato al fitness, alla qualità della vita, alla alimentazione sana; o ancora, del Comune di Grottammare, ad Ascoli Piceno, dove per questa stagione estiva, l’amministrazione comunale ha deciso di avvalersi della gestione operativa dell’Anffas di Grottammare per permettere la massima fruizione della spiaggia e garantire un servizio di pubblica utilità sempre più ichiesto. L’obiettivo è quello di incrementare e migliorare l’accoglienza nei confronti di persone con disabilità visive, auditive, motorie e patologie alimentari.