Un semplice calcolo permette di capire al volo perché la scienza e l’ambientalismo insistono tanto contro il consumo di carne. 1 kg di carne bovina richiede oggi in media 15.500 litri d’acqua. Con la stessa impronta idrica puoi invece avere in cambio: 1 kg di pasta + 1 kg di riso + 1 kg di legumi + 1 kg di verdura + 1 kg di patate + 1 kg di frutta, e poi ti restano ancora 4.157 litri per bere, lavarti e annaffiare il giardino. Al calcolo del Water Foodprint Network – una stima globale – vanno poi aggiunti ad esempio i danni correlati: l’occupazione di suolo dedicato ai campi coltivati a mais ed erba medica; le emissioni degli allevamenti (il 14,5% dei gas serra globali emessi in un anno); le acque reflue inquinate. A sostenere la causa si è mosso anche Papa Francesco, che ha chiesto più energie rinnovabili agli investitori e alla politica in primis; più volontariato e meno carne a tavola ai fedeli. Il Pontefice si è rivolto soprattutto ai giovani europei, affinché il vecchio continente possa trasformarsi in “nuovo”, in occasione della Conferenza europea dei giovani. “Spetta ai giovani dare il maggior contributo”, ha esortato il papa, “per prendere tra le mani le sorti del nostro Pianeta”. “È urgente ridurre il consumo non solo di carburanti fossili ma anche di tante cose superflue, e così pure, in certe aree del mondo, è opportuno consumare meno carne: anche questo può contribuire a salvare l’ambiente”. Bergoglio si riallaccia e cita la sua enciclica sul creato, Laudato si’, in cui aveva offerto consigli pratici per salvare l’ambiente da inquinamento e devastazione: “A tale riguardo, vi farà bene, se non l’avete già fatto, leggere l’enciclica Laudato si’, dove credenti e non credenti trovano motivazioni solide per impegnarsi in favore di una ecologia integrale. Educare, pertanto, per conoscere, oltre che se stessi e l’altro, anche il creato”. L’invito pare rivolto ai giovani più che altro per disperazione: “Se non riuscirete voi a dare una svolta decisiva a questa tendenza autodistruttiva, sarà difficile che altri ci riusciranno in futuro – ha detto -. Non lasciatevi sedurre dalle sirene che propongono una vita di lusso riservata a una piccola fetta del mondo: possiate avere “occhi grandi” per vedere tutto il resto dell’umanità, che non si riduce alla piccola Europa. Possiate aspirare a una vita dignitosa e sobria, senza il lusso e lo spreco, perché tutti possano abitare il mondo con dignità”. Del resto, come ha dimostrato di recente uno studio pubblicato qui, se gli allevamenti non esistessero, gli impatti dei cambiamenti climatici potrebbero essere mitigati e i livelli di gas serra stabilizzati nei prossimi 30 anni, limitando anche la scomparsa di alberi e foreste e dunque di biodiversità. “Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del Pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti. Il movimento ecologico mondiale ha già percorso un lungo e ricco cammino, e ha dato vita a numerose aggregazioni di cittadini che hanno favorito una presa di coscienza. Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri”, ha continuato il Pontefice. Ma non è solo il consumo di carne a rappresentare un rischio. Ci sono altri alimenti ad alto impatto: ad esempio, la crescente tendenza a consumare avocado o quinoa. In generale, il sistema alimentare genera il 30% delle emissioni di CO2, anche per via dell’uso quasi ubiquitario della plastica monouso, la disinvoltura degli sprechi alimentari (soprattutto da parte di grandi catene e mense), con dati che devono far riflettere. Ad oggi produciamo cibo utile a sfamare 12 miliardi di esseri umani, ma per il momento non arriviamo a 8 miliardi. Di questi, circa 2 miliardi e mezzo non accedono a una alimentazione adeguata.