In quella che Coldiretti ha indicato come la sesta primavera più calda di sempre, per il nostro Paese è sempre più allarme siccità. Nelle regioni settentrionali le precipitazioni primaverili si sono più che dimezzate e il territorio è soffocato da temperature decisamente anomale. Il livello delle acque del Po non era così basso da 70 anni e la situazione della siccità si rivela difficile anche nel centro-sud, con l’Autorità di bacino del Tevere che lamenta di avere lanciato l’allarme già da diversi mesi e invita a muoversi con la massima celerità per non dover inseguire le emergenze. “L’acqua dev’essere al centro dell’attenzione pubblica e degli investimenti del nostro Governo, deve rientrare nei bilanci dello Stato: il tema è fare prevenzione nei tempi di pace” ha affermato il segretario generale dell’Autorità di bacino del Tevere, Erasmo De Angelis,
Il Piemonte ha intanto chiesto l’allerta rossa “per permettere al governo di intervenire con i mezzi della protezione civile o per decidere gli utilizzi delle acque”, secondo quanto detto da Matteo Marnati, assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, in un’intervista a Rai News 24. Marnati ha spiegato: “In realtà noi siamo intervenuti in due modi, uno per la crisi idropotabile e il secondo per l’agricoltura, per cui abbiamo già chiesto lo stato di calamità, però serve per pagare i danni postumi a un evento. Noi però cerchiamo di anticipare. Poi ci sono altre azioni a medio e lungo termine da mettere in campo, altrimenti la situazione diventerà ordinaria nei prossimi anni”.
Secondo la Cia-Agricoltori italiani il perdurare della siccità sta mettendo a rischio il 50% della produzione agricola e i danni complessivi della crisi idrica potrebbero superare il miliardo di euro, se nelle prossime settimane non dovessero tornare le precipitazioni piovose sulle Alpi. Particolarmente a rischio è la coltivazione del pomodoro tardivo di molti altri ortaggi, mentre per la frutta estiva, soprattutto meloni e cocomeri, la produzione potrebbe ridursi fino al 40%,. Si parla addirittura di un dimezzamento della produzione, invece, per quanto riguarda mais e soia-
Il ministro alle politiche agricole Stefano Patuanelli, nel corso del summit Blue Forum Italia network che si è svolto a Gaeta, ha definito “inevitabile” lo stato di crisi. “Abbiamo intere aree del Paese ed europee che non vedono pioggia da mesi – ha detto il ministro -. L’aumento dell’energia è cominciato a settembre dopo un fine estate senza vento al nord che ha portato ad una minore produzione di energia e questo ha portato ad un aumento delle riserve del gas. La transizione ecologica deve essere concreta, con tutti gli attori allo stesso tavolo a prendere decisioni comuni”.
L’Esecutivo tiene dunque sotto stretta osservazione il dossier siccità e la questione sarà sul tavolo, mercoledì, della Conferenza Stato-Regioni, con un incontro che dovrebbe vedere la partecipazione, oltre che di Stefano Patuanelli, del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani e del capo del Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio. Alcuni esponenti politici stanno spingendo per il varo di un “decreto siccità” a sostegno dell’agricoltura.
“È un’evidente emergenza – spiega il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini – e mercoledì dobbiamo porre il tema, per chiedere al Governo un intervento immediato e un riguardo particolare per tutto il bacino del Po”. Secondo il presidente della Lombardia Attilio Fontana “la situazione è più drammatica di quanto possa apparire”, sostenendo che per quanto riguarda l’agricoltura, la situazione “sarà gestibile ancora per 15 giorni al massimo”.
Più polemico il presidente del Veneto Luca Zaia, fra i primi governatori del Nord a chiedere lo stato d’emergenza: “Se il Governo ci avesse dato retta adesso staremmo già risolvendo i problemi. Speriamo che non sia troppo tardi”.
Decisamente estrema la misura scattata a Tradate, in provincia di Varese: il Sindaco ha firmato un’ordinanza che prevede il divieto di innaffiare orti e giardini, lavare la macchina e riempire le piscine in determinate fasce orarie della giornata per limitare lo spreco di acqua potabile, con multe fino a 500 euro per chi non rispetta le regole.