La Commissione Europea ha presentato REPower EU, il nuovo programma dell’Unione Europea per «ridurre rapidamente la dipendenza dalle fonti fossili russe, accelerando la transizione verso fonti pulite e permettendo di unire le forze verso un sistema energetico più resiliente e una vera unione in materia di energia». Il piano, il cui disegno essenziale era stato presentato già l’8 marzo, arriva in risposta all’invasione russa dell’Ucraina, come arma economica e politica, visto che i combustibili fossili importati dalla Russia costano ai contribuenti europei quasi 100 miliardi di euro all’anno, ma ha anche lo scopo di trovare soluzioni di approvvigionamento energetico alternativo per affrontare la crisi climatica.
Con il REPower EU, la Commissione prevede di dire addio alle fonti fossili importate dalla Russia nel giro di 5 anni (abbattendo già di 2/3 le importazioni di gas da Mosca entro la fine di quest’anno), cambiare fornitori per il gas, aumentare al 45% la quota di energia proveniente da fonti rinnovabili utilizzata a livello europeo entro il 2030, contro il 40% previsto attualmente.
La nuova strategia, che dovrà essere integrata all’interno del Green Deal europeo, ruota attorno a quattro pilastri principali: risparmio ed efficientamento energetico, sostituzione delle fonti fossili russe, diversificazione delle forniture, l’aumento dell’uso energia pulita e il finanziamento di nuove infrastrutture.
Risparmio energetico
In particolare, “il risparmio energetico è il modo più rapido ed economico di far fronte all’attuale crisi energetica e far diminuire le bollette. La Commissione propone di rafforzare le misure di efficienza energetica a lungo termine, tra cui un aumento dal 9 % al 13 % dell’obiettivo vincolante di efficienza energetica fissato nell’ambito del pacchetto legislativo “Pronti per il 55 %” (Fit for 55) connesso al Green Deal europeo. Risparmiare energia adesso ci aiuterà a prepararci alle possibili sfide del prossimo inverno”, si legge sul sito ufficiale della Commissione.
Sostituzione delle fonti fossili russe
Strumento chiave per quanto riguarda le forniture di gas sarà la piattaforma UE per l’energia, un meccanismo che consentirà acquisti comuni volontari di gas, GNL e idrogeno aggregando la domanda, ottimizzando l’uso delle infrastrutture e coordinando i contatti con i fornitori.
Più energia pulita
Una consistente parte del piano Repower EU riguarda l’espansione e l’accelerazione delle energie rinnovabili nella generazione di energia elettrica, nell’industria, nell’edilizia e nei trasporti per raggiungere l’indipendenza più in fretta, dando impulso alla transizione verde e abbassando i prezzi nel tempo. Con la nuova EU Solar Strategy, volta a raddoppiare la capacità solare fotovoltaica entro il 2025 e installare 600 GW entro il 2030, l’Unione punta a sfruttare l’altissimo potenziale dei tetti fotovoltaici, con l’introduzione graduale di un obbligo giuridico di installare pannelli solari sui nuovi edifici pubblici, commerciali e residenziali.
Del totale degli investimenti previsti, 210 miliardi di euro, che si aggiungono a quelli del Fit for 55, “il 95% andrà a finanziare la transizione energetica europea”, ha dichiarato la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen in conferenza stampa.
I finanziamenti per REPowerEU verranno soprattutto dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, uno degli strumenti principali di cui si compone NextGenerationEU, da cui gli Stati membri potranno ottenere circa 225 miliardi in prestiti. I singoli Paesi, inoltre, potranno dirottare nelle strategie nazionali all’interno di REPowerEU quote dei fondi per le politiche di coesione o di sviluppo agricolo. Altri 20 miliardi dovrebbero venire da ETS, il sistema europeo di compensazione per l’emissione di anidride carbonica nei processi produttivi.