Bambini più fragili, più esposti alle malattie e maggior rischio mortalità. “La consapevolezza che i cambiamenti climatici sono fonte di maggior incidenza di malattie e di aumento delle disuguaglianze sociali soprattutto in età pediatrica va coltivata e motivata per innescare l’indispensabile cambiamento culturale perché solo da un cambiamento culturale profondo si può ricavare un miglioramento dello stato delle cose”. Così Elena Uga, Referente Pump per l’Associazione Culturale Pediatri (ACP) ha commentato quanto emerso al Festival della Scienza Medica 2022, dal titolo “Cambiamento climatico e salute dei bambini”. Stiamo vivendo e vivremo sempre di più un aumento dell’incidenza delle malattie nei bambini, e un maggior rischio di mortalità, anche alla luce del fatto che 820 milioni di bambini nel mondo sono esposti alle crescenti ondate di calore, 400 milioni ai cicloni, 330 milioni alle inondazioni, mentre 2 miliardi di bambini sono esposti all’inquinamento atmosferico. Gli impatti attuali e i rischi futuri dei cambiamenti causati dalle attività umane – è emerso – superano di gran lunga quelli di qualsiasi altra forza che ha trasformato l’ambiente terrestre nella storia recente e amplificheranno le disuguaglianze già esistenti in materia di salute dei bambini.
“Il cambiamento climatico è l’altra faccia della medaglia dell’inquinamento ambientale. In questo contesto, chi meglio di noi pediatri può creare cultura e consapevolezza? Possiamo educare le famiglie a stili di vita sostenibili e meno impattanti, segnalare le possibili patologie da inquinamento e cambiamenti climatici e dare indicazioni per ridurne i rischi, sensibilizzare i decisori politici e le amministrazioni locali a mettere in atto e incentivare soluzioni meno impattanti: a partire dalla mobilità sostenibile per arrivare alla piantumazione di alberi. Noi pediatri possiamo e dobbiamo essere da esempio alle famiglie non solo promuovendo, ma praticando quotidianamente uno stile di vita che possa innescare il cambiamento”, continua Uga. “Gli impatti attuali e i rischi futuri dei cambiamenti causati dalle attività umane superano di gran lunga quelli di qualsiasi altra forza che ha trasformato l’ambiente terrestre nella storia recente”, ha aggiunto nel corso dell’evento Tobias Alfvén, ricercatore al Dipartimento di Salute Pubblica Globale del Karolinska Institut e pediatra al Sachs’ Children and Youth Hospital di Stoccolma. A partire dall’industrializzazione ad oggi si è registrato un aumento progressivo delle temperature e le proiezioni suggeriscono un aumento di 2°C o più nella temperatura media globale entro la fine di questo secolo, portando a cambiamenti cruciali nella geosfera, nella biosfera, nella criosfera, nell’idrosfera e nell’atmosfera della Terra, con gravi implicazioni per la salute umana e planetaria. “In effetti, il cambiamento climatico influenzerà la salute dei bambini nati oggi per tutta la loro vita”, ha concluso Alfvén.
Studi condotti sulla popolazione hanno dimostrato che cambiamenti climatici estremi possono portare a nascite premature o a feti con deficit della crescita, oltre ai classici effetti che i cambiamenti climatici stanno generando in fatto di scarsità di acque e cibo, eventi avversi e sempre più frequenti, come inondazioni e siccità. Chiaramente, tutti questi effetti del cambiamento climatico hanno conseguenze più pesanti sulla salute dei più piccoli nelle popolazioni più povere e con un livello socio-culturale più basso, dunque con minor accesso ai servizi di assistenza sanitaria. Questo significa che le disuguaglianze già esistenti in materia di salute dei bambini si stanno allargando progressivamente. “La ricerca ci mostra che il cambiamento climatico può agire in vari modi per influenzare la salute dei bambini. Occorrono ulteriori studi per approfondire la correlazione esistente tra gli effetti del cambiamento climatico e la salute della popolazione, soprattutto in età infantile, e quali sono i costi e i benefici della mitigazione dell’adattamento”, ha spiegato Alfvén. “I nostri figli vivranno in un mondo in cui l’aumento della temperatura sarà di 2,5° C se non facciamo niente, i nostri nipoti subiranno più di 4° C di aumento medio. Dobbiamo intervenire con azioni trasformative immediate. Solo così i nostri bambini potranno godere dei benefici del nostro intervento per contenere gli effetti del cambiamento climatico”. Del resto, la principale causa dei cambiamenti climatici è notoriamente l’uomo, come riporta il glossario ISPRA-ATAP 2012 alla voce cambiamento climatico: “un cambiamento del clima derivato direttamente o indirettamente da attività umane, che alterano la composizione dell’atmosfera e che si somma alla variabilità naturale del clima, rilevata in periodi di tempo comparabili”, ci ricorda Uga. “Le strategie per affrontare i cambiamenti climatici sono fondamentalmente duplici: 1) la mitigazione, cioè ridurre le emissioni dei gas serra attraverso energie alternative per trasporti, industria e cibo, in modo da ridurre l’inquinamento atmosferico. 2) l’adattamento: cioè favorire la resilienza al clima e monitorare i risultati nella protezione della salute dai cambiamenti climatici. Su entrambi questi versanti noi pediatri possiamo e siamo in dovere morale e professionale di fare moltissimo e siamo intenzionati a continuare a farlo”.