Negli ultimi anni davvero moltissime e prestigiose ricerche hanno messo la combustione di legna e derivati tra i maggiori responsabili dell’inquinamento dell’aria in inverno, per quantità e pericolosità di sostanze nocive. Caminetti, stufe, stufe a carbone, legna o pellets (che solo il nostro Paese continua addirittura a incentivare con soldi pubblici, considerandoli “a basso impatto ambientale” perché “riciclano” un materiale di recupero, il truciolato) sono considerati pericolosi sulla base di un crescente numero di prove. L’ultima arriva da una ricerca greca che ha dimostrato che stufe e camini da soli, nelle aree urbane, sono responsabili di quasi la metà dell’esposizione delle persone a sostanze chimiche cancerogene presenti nell’aria. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Journal Atmospheric Chemistry and Physics. Gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) prodotti dalla combustione di questo tipo sono dispersi in minuscole particelle inquinanti dai noti effetti cancerogeni.
La particolarità del nuovo studio è che ha scoperto che la combustione del legno produce più particelle dannose del diesel o della benzina utilizzati nei veicoli. L’analisi è stata fatta ad Atene, in Grecia, ma i ricercatori hanno specificato che non si tratta di un caso insolito. “La combustione della legna domestica – hanno spiegato – è un problema significativo per la qualità dell’aria urbana, in tutta Europa, e un’eccessiva esposizione al fumo di legna può causare gravi effetti sulla salute”. “Atene non è un’eccezione, è solo un esempio di uno stile di vita diffuso”, ha ribadito Athanasios Nenes, della Fondazione per la ricerca e la tecnologia Hellas di Patrasso, in Grecia, che ha lavorato in collaborazione con l’École Polytechnique Fédérale de Lausanne, in Svizzera. La buona notizia è che cambiare è possibile e anche semplice: “Si tratta di qualcosa che le persone possono effettivamente fare con poco sforzo per ridurre il rischio. Smettere di bruciare legna e derivati è la linea di fondo”. Già sapevamo che la combustione del legno nelle case è la principale fonte di inquinamento atmosferico da piccole particelle nel Regno Unito, producendo tre volte di più del traffico stradale, nonostante solo l’8% della popolazione utilizzi bruciatori a legna. Anche le nuove stufe a legna che soddisfano lo standard “ecodesign” emettono comunque 750 volte più particelle di inquinamento rispetto a un moderno camion.
Secondo gli scienziati, i bruciatori a legna triplicano anche il livello di inquinamento nocivo all’interno delle case e dovrebbero essere venduti con un avvertimento sulla salute. “Sono necessarie azioni e politiche europee urgenti, volte alla regolamentazione delle emissioni della combustione di legno e derivati, in quanto potrebbero portare a notevoli benefici per la salute pubblica”, hanno continuato i ricercatori. Ma prima di tutto serve far luce su un concetto lontano dal sentire comune. “Tendiamo a pensare che bruciare il legno sia in qualche modo innocuo, perché il legno è un prodotto naturale. Ma i dati parlano chiaro: le emissioni di benzo(a)pirene mostrano un aumento del 16% dal 2000 a causa della combustione domestica della legna”, ha commentato Gary Fuller, dell’Imperial College di Londra. “Il fumo di legna è particolarmente potente e provoca vari tipi di disturbi, dal cancro allo stress ossidativo, che porta a infarti e ictus, obesità, invecchiamento precoce, diabete, tutto ciò che ha a che fare con l’infiammazione nel corpo. Quindi, nel complesso, la combustione del legno è un’abitudine davvero preoccupante”, che – soprattutto oggi – non possiamo più permetterci: sia per una questione di salute, che per una questione di ambiente e clima.