Ad Auckland, la città più popolosa della Nuova Zelanda, è stata approvata la tassa per il clima: 1.10 di dollari neozelandesi alla settimana, equivalenti a 60 centesimi di euro, da destinare esclusivamente al “benessere” della città.
La nuova tassa, che colpirà solamente i residenti, servirà a coprire i costi della piantumazione di 15.000 piante autoctone nell’area urbana e 4.000 alberi per nuove foreste; aiuterà inoltre a favorire il processo di decarbonizzazione dei mezzi di trasporto pubblici, come la flotta di traghetti (principale fonte di inquinamento ad Auckland) e a migliorare la rete di piste ciclabili e i percorsi pedonali.
L’imposta fa parte dell’ambizioso Climate Action Plan, che in 10 anni punta a raccogliere 1 miliardo di dollari locali (600 milioni di euro). La somma sarà il risultato delle imposte locali e dei finanziamenti governativi e servirà per attrezzare la città e renderla più resiliente in vista della crisi climatica. Una crisi che, come ricorda il sindaco Philip Goff, rischia di passare in secondo piano ed essere trascurata a causa dell’attuale emergenza sanitaria.
“Le emissioni di Auckland non sono lontanamente in linea con il nostro obiettivo di ridurre le emissioni del 50% entro il 2030. Anche quando il Covid-19 cesserà di essere una grande minaccia per noi, ci sarà la crisi continua causata dal cambiamento climatico. Non possiamo permetterci di rimandare ancora le azioni necessarie per evitare un disastro climatico”, ha affermato Goff.
“Anche se a nessuno piace l’idea di pagare più tasse, abbiamo sentito chiaramente dagli abitanti di Auckland che vogliono che facciamo di più per il cambiamento climatico e per migliorare il nostro sistema di trasporto pubblico”, ha aggiunto Goff. “Dobbiamo essere in grado di dire alle generazioni future che abbiamo usato ogni strumento nella cassetta degli attrezzi per affrontare la crisi climatica
E così, dopo una consultazione pubblica ad inizio 2022, la misura entrerà in vigore a partire dal luglio del prossimo anno.