L’uragano che da giorni tormenta il sud Italia e in particolare la Sicilia sta ufficialmente raggiungendo il suo culmine, dopo una notte di pioggia battente, fortissimi venti e copiose precipitazioni, soprattutto nel siracusano e nel ragusano. Ma il peggio è atteso per la prossima notte. Sotto osservazione c’è l’area attorno all’aeroporto di Fontanarossa, che resta aperto, ma il livello dell’acqua in alcuni canali sta velocemente salendo. Preoccupazione alta anche nel ragusano, dove si prevedono venti fino a 100 chilometri orari e piogge dai 100 ai 200 millilitri (l’equivalente di 100 e 200 litri di acqua per metro quadro). Il timore è di nuovi nubifragi violenti come quelli che hanno drammaticamente colpito il Catanese, facendo tre vittime, e l’arrivo del temuto ‘Medicane’ anche sulle coste meridionali della Calabria. Il sistema di protezione e sorveglianza in Sicilia è ai massimi livelli, con tutte le forze possibili schierate, compresi rinforzi da altre regioni. Le prefetture dell’isola sono in costante contatto con la Protezione civile nazionale e locale per coordinare eventuali interventi.
Non è un caso che questo fenomeno estremo e nuovo per le nostre latitudini avvenga nell’autunno che segue il picco storico di calore raggiunto quest’estate in Europa, proprio in Sicilia, a Floridia, in provincia di Siracusa.
Un dettaglio che porta ulteriore forza all’ipotesi che stiamo ufficialmente entrando – anche noi – in quella parte di mondo che maggiormente soffre le conseguenze dei cambiamenti climatici. “Questi fenomeni stanno diventando più frequenti e violenti a causa dell’innalzamento delle temperature nel Mar Mediterraneo. Si tratta di fenomeni a soglia, che avvengono al di sopra di una certa temperatura, perché prendono più energia da un mare che ha assorbito più calore”, spiega Antonello Pasini, dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr di Roma, tra i più celebri climatologi europei.
“Medicane” è una parola relativamente nuova che, pare, impareremo a conoscere meglio. Deriva dalla fusione delle parole “Hurricane” e “Mediterranean”, un ciclone insomma dalle caratteristiche anomale, perché, al contrario dei fenomeni tropicali, si sviluppa in un piccolo mare chiuso.
“Ci sono stati 3, 4 giorni di bassa pressione, stazionaria sul Mediterraneo centro meridionale, che ha influenzato con venti da est e precipitazioni molto forti la Sicilia, in modo persistente. Poi, questo medicane o uragano mediterraneo ha iniziato a formarsi al Sud, causando gli ingenti danni che abbiamo visto. È tutt’ora in fase di crescita e dobbiamo capire quanto si rafforzerà e come si sposterà. Quel che è certo è che ha un andamento diverso dagli altri uragani, ed esiste un serio rischio”.
I medicane, o uragani mediterranei, sono una depressione a vortice che assomiglia ai cicloni tropicali, con dimensioni minori e diametro di circa 300 chilometri. Normalmente, non colpiscono le nostre coste, colpite di solito piuttosto da cicloni extra-tropicali, molto diversi: se quelli tropicali prendono l’energia dagli oceani, gli extratropicali la assorbono dai gradienti di temperatura dell’atmosfera. Il medicane ha una struttura mista, e si forma in genere a fine estate, inizio autunno, ma anche in inverno.
Sabato, mentre si prevede che il Medicane abbandonerà l’Italia, con le ultime forti piogge previste su Sicilia e Calabria, una perturbazione atlantica si affaccerà al Nordovest con le prime precipitazioni. Lunedì 1° Novembre, Ognissanti, un secondo impulso perturbato, decisamente più forte del primo, colpirà praticamente tutta l’Italia con piogge forti al Nord, in Toscana, Lazio, Umbria, Campania, Sardegna, Sicilia e Calabria, via via più attenuate sui versanti adriatici centro-meridionali.