Chiara Meriti ha trasformato il suo peschereccio, nelle Marche, in un mezzo di soccorso del mare. Stanca degli evidenti segni di sofferenza delle acque dove pesca ogni giorno, con le reti diventate “saccate”, ovvero un miscuglio di pescato e rifiuti, Chiara ha destinato il suo tempo libero a combattere il fenomeno. Dopo avere tirato a bordo le reti e messo in ghiacciaia il pescato, piuttosto che restituire alle acque quanto aveva appena prelevato, come è prassi, il peschereccio si è impegnato, facendosi carico di costi e sforzi, di trasportare la plastica a terra per depositarla in una vera e propria isola ecologica mobile. Quella di Chiara è una delle storie premiate da Coldiretti per avere impiegato coraggio e passione a tutela del mare e delle nuove generazioni, nell’ambito degli Oscar Green assegnati ogni anno ai giovani che fanno innovazione salvando il clima, combattendo gli sprechi e inventandosi il lavoro in ottica green. Tra gli altri, c’è chi ha inventato un nuovo modo di fare cinema e chi ha rispolverato la storia per mettere a punto un drink favoloso. I premi sono stati consegnati a Roma, in occasione di Youth4Climate che ha anticipato a Milano la riunione dei ministri della COP26 (leggi qui il nostro speciale), la conferenza mondiale dell’Onu sui cambiamenti climatici in programma a Glasgow dall’1 al 12 novembre.
Nella categoria Creatività invece l’Oscar è andato a Federico Pedrolli del Trentino Alto Adige, che ha sperimentato con successo il sidro della movida. Antiche varietà che, negli anni, hanno ceduto il posto alla mela da tavola, sono state recuperate e accostate al luppolo e a essenze innovative, metodologie di lavorazioni imprevedibili e tecniche di invecchiamento ereditate dalla tradizione brassicola ed enologica italiana. Ecco come il sidro, secco o abboccato, trova nuove strade e diventa l’alternativa alla birra e al vino per il mondo della movida e del divertimento. Lievitazione e invecchiamento per la spumantizzazione, aromatizzazione agli agrumi e ai piccoli frutti, per gustarlo con essenze fresche e fruttate in curiosi abbinamenti e vivaci occasioni di consumo. L’azienda – sottolinea la Coldiretti – è stata premiata per la genialità dell’idea, la capacità di interpretare il futuro, con il valore della tradizione e la capacità di saper mettersi in gioco in quelle che appaiono come sfide insuperabili.
Fantasia e creatività insieme al desiderio di uscire dalla crisi generata dalla pandemia hanno assicurato l’Oscar nella categoria Covid a Giovanni Zuanon, che in Venetoha inventato “il primo Agri-drive in piena campagna, dove gustare ottimi spuntini e birra artigianale davanti a un bel film”, nella propria auto senza rischio contagio. Per superare le difficoltà causate dalla pandemia Giovanni propone un Agri-drive in ed è un successo incredibile. La gente si precipita in fattoria. Sicurezza e distanziamento sono garantiti, una sera dietro l’altra è un successo a valanga. Il giovane imprenditore – afferma la Coldiretti – è stato premiato non solo per aver salvato la sua azienda, incanalando creatività e originalità in un momento di crisi terribile, ma anche per aver dato una risposta concreta all’emergenza Covid, regalando un sorriso alla popolazione colpita.
Puntare sull’unione che fa la forza è importante per vincere l’Oscar della categoria Fare rete e per questo motivo il premio è stato assegnato ad Andrea Liverani, che dalla Sardegna, con una start up, ha attivato una partnership per un progetto di rete sperimentale sull’agricoltura di precisione di ben 10 aziende agricole. L’obiettivo è quello di evitare lo spreco d’acqua e somministrare solo il concime e il fertilizzante strettamente necessario, abbattendo l’inquinamento chimico e ottimizzando la resa. Attraverso il monitoraggio aereo, si intuisce pianta per pianta quale sia il reale fabbisogno energetico e dove erogare più o meno fertilizzante. Metodologia equivalente per gli irrigatori d’acqua o per la lotta ai parassiti. Andrea – afferma Coldiretti – è stato premiato perché ha saputo collegare esperienze diverse rendendo protagonista la tecnologia a servizio dell’agricoltura sana insieme al territorio, in una nuova sfida collettiva unendo innovazione e valorizzazione del prodotto.
Nella categoria Impresa 5.terra invece il primo premio è andato a Rosa Ferro, che in Campania ha inventato il primo foglio di carta interamente ricavato dall’aglio. Per crearlo non c’è bisogno soltanto della tunica d’aglio, ma di silenzio, armonia e della delicata vita dei borghi degli Alburni. In questi terreni con scarse risorse di acqua è stato piantato una antica varietà di aglio e, ad ogni lavorazione, si produce una grande quantità di scarto. Rosa è riuscita a ottenere il “foglio dalla tunica d’aglio”, senza l’aggiunta di componenti chimici e senza lasciare un solo grammo di scarto che non chiuda il ciclo di produzione. Il risultato è una carta per scrivere o disegnare, ma anche oggetto di design. Rosa – afferma la Coldiretti – è stata premiata per il suo inflessibile spirito ecologista e la sua creatività, che insieme alla sua terra sono in grado di sprigionare e fare di un rifiuto aziendale il carburante innovativo di una start up di successo.
Nella categoria Campagna Amica invece – continua Coldiretti – a vincere è stato Andrea Tagliabue che ha abbandonato la finanza londinese per dedicarsi alle campagne della Brianza, in Lombardia. Per cominciare a produrre marmellate Andrea ha percorso una lunga strada che da una laurea in Scienze bancarie l’ha portato nel ventre della City dove ha aggiunto un master in Matematica finanziaria, lavorando poi per diversi anni per un colosso bancario d’investimento. Alla fine però, Andrea è tornato in Brianza per coltivare piccoli frutti e produrre composte con metodi innovativi. Protegge i frutti rossi con una moderna copertura anti insetto e, secondo i principi dell’economia circolare, da tutti gli scarti della lavorazione delle piante ottiene un cippato da riusare nei processi aziendali. Cucina la materia prima con il metodo del sottovuoto, che mantiene intatte le proprietà organolettiche della frutta, addolcita con l’uso di solo miele. Andrea – continua Coldiretti – ha centrato fino in fondo lo spirito di questa categoria ed è stato premiato per aver saputo sapientemente coniugare bontà e qualità della tradizione gastronomica italiana.
Per finire, nella categoria Noi per il sociale vince il coraggio di Alessandro Bruno, che in Valle d’Aosta è riuscito a trasformare la disabilità in impiego remunerato. Tra le altissime montagne della sua regione, Alessandro ha creato la fattoria della felicità, dove le fragilità e la disabilità sono una risorsa, un volano per ideare sempre più innovative attività. Dalla cura degli animali, alle pratiche dell’orto, fino alla trasformazione dei formaggi, i ragazzi portatori di handicap portano avanti ogni mansione della fattoria. Compresa la didattica ai bambini. D’estate, con i centri estivi, ma anche d’inverno, direttamente con le scuole. L’attività ha permesso, da un lato, di far guadagnare consapevolezza delle proprie capacità ai ragazzi con disabilità, e, dall’altro, di insegnare l’inclusività ai bimbi ospitati, in modo naturale e spontaneo. L’azienda – commenta Coldiretti – è stata premiata per aver ridato, attraverso l’agricoltura, speranza, opportunità e reddito a ragazzi meno fortunati.