La geotermia può svolgere un ruolo fondamentale nel promuovere la transizione verso energie rinnovabili e pulite e nel provvedere ai fabbisogni energetici delle società industrializzate e in via di sviluppo. Questa forma di energia sfrutta l’uso del calore naturale del sottosuolo e aumenta progressivamente in profondità. I valori di temperatura possono variare a seconda delle condizioni del sottosuolo. Per saperne di più, intervistiamo la Dottoressa Fiammetta Mondino, Managing Director di Geneva Earth Resources SA (GER SA), società energetica con sede a Ginevra (CH). Dopo molti anni trascorsi nell’industria degli idrocarburi insieme ad altri quattro soci, ha stabilito un Centro di competenze internazionale specializzato nello sviluppo di progetti geotermici a bassa ed alta entalpia.
Tosini: Dottoressa, può farci conoscere meglio l’energia geotermica e spiegarci come questa può rispondere a diversi bisogni energetici?
Mondino: «L’energia geotermica è una energia molto versatile che può produrre calore o raffreddamento ed in condizioni adeguate, anche elettricità, grazie alle differenti temperature che si possono incontrare nel sottosuolo. La geotermia più diffusa e meno costosa, con successo garantito, è la geotermia detta “a bassa entalpia”. Questa sfrutta il calore di pozzi a 50-80m di profondità e, sfruttando la differenza di temperature tra il sottosuolo e la temperatura esterna, può rinfrescare o riscaldare abitazioni, complessi industriali, serre, etc. Questa tecnologia assicura il raggiungimento e il mantenimento di temperature desiderate tutto l’anno. La geotermia a media/alta entalpia, generata a profondità più elevate e quindi con pozzi più profondi, permette di raggiungere temperature tali da essere usate direttamente per la produzione di acqua calda finalizzata al riscaldamento a distanza di interi quartieri, come per esempio a Parigi e Monaco. Allo stesso modo si può generare calore per assistere la produzione agricola in serra come già diffusamente in atto in Olanda e Svizzera, o elettricità come a Larderello in Toscana».
Tosini: Quali altri vantaggi ha la geotermia a bassa entalpia?
Mondino: «I vantaggi della geotermia sono molteplici: prima di tutto permette di sostituire completamente o ridurre in modo sostanziale il bisogno di energia prodotta dagli idrocarburi usata principalmente per il riscaldamento (gasolio o diesel per le caldaie) o per la generazione di elettricità per far funzionare l’aria condizionata. Infatti, solamente bassi consumi di combustibili fossili saranno necessari per azionare la pompa di calore che permettere lo scambio di calore tra il sottosuolo e la temperatura esterna. Tale elettricità potrebbe essere prodotta, per esempio, da pannelli fotovoltaici, permettendoci di abbandonare completamente il bisogno di accesso a energie fossili. Questo tipo di energia contribuisce in maniera sostanziale e innovante, quindi, anche alla riduzione della emissione di gas ad effetto serra. I vantaggi di tale sorgente energetica è che la sua efficacia e utilizzo non dipendono dalla situazione geologica e geografica. Per esempio, nei Paesi ad alte temperature estive come in Africa e Medio Oriente, la geotermia potrebbe essere un game changer per la produzione di basse temperature atte a rinfrescare le abitazioni, gli uffici, le industrie e ridurre così il bisogno di elettricità di origine non rinnovabile».
Tosini: A quali progetti concreti sta lavorando GER in questo momento?
Mondino: «GER SA è attualmente impegnata in vari progetti di geotermia a media entalpia in collaborazioni con società di distribuzione di energia in Svizzera. In Italia stiamo sviluppando progetti a bassa entalpia per la geotermia nelle piccole isole siciliane per abitazioni private e per rinfrescare le cantine di grandi produttori di vino. In Africa, tramite la nostra succursale a Dakar, GER Africa, stiamo collaborando con aziende agricole in zone remote del Senegal per sviluppare progetti geotermici per la costruzione di una serie di camere a freddo con temperature geotermiche di 4/8 gradi. Questo progetto, particolarmente a cuore alla nostra azienda, rappresenta un enorme sfida per la maggior parte dei coltivatori e allevatori africani. Tale piano permetterà di dimostrare, per la prima volta nel continente Africano, la facile accessibilità all’energia geotermica per bisogni primari, come l’accesso al cibo. La geotermia è stata fino a oggi limitata a zone geologicamente “calde” ben specifiche e ristrette (Kenya e Malawi), mentre i suoi benefici possono rispondere a grandi problematiche socioeconomiche, come l’accesso all’alimentazione e la riduzione della povertà in tutto il continente Africano. L’introduzione della geotermia nella filiera agro-alimentare è quindi non solo un’innovazione tecnologica, ma permette anche il miglioramento delle condizioni sanitarie e sociali delle popolazioni rurali creando di nuovi posti di lavoro e garantendo accesso al cibo per periodi più lunghi nel tempo, contribuendo concretamente alla transizione energetica. Un problema globale non può essere affrontato solo dai Paesi ricchi».