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in CSR
19/02/2021

Mercato dell’usato, gli italiani si affidano sempre più al second hand

Mercato dell’usato, gli italiani si affidano sempre più al second hand
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Il mercato dell’usato continua a crescere, e non accenna a smettere. Subito.it, piattaforma digitale made in Italy incentrata sulla compravendita di vari prodotti, nel periodo di tempo da giugno a dicembre 2020 ha registrato un +14,5% sul mercato dell’usato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche la categoria “Abbigliamento e Accessori” è stata travolta da un boom di visite rispetto all’anno precedente (+18%), per un totale di oltre 23,5 milioni di ricerche a riprova di come gli italiani siano sempre più propensi ad affidarsi alla second hand anche per quel che riguarda il proprio look. 

Nello specifico, nel 2020 sono stati 75.000 gli utenti che ogni giorno hanno visitato la sezione “moda” della piattaforma, scorrendo tra i 2,3 milioni di annunci di vestiti e accessori presenti nella categoria nel corso dell’anno, in cerca di un nuovo capo originale, oppure per vendere quello che non serviva più, all’insegna del riordino del guardaroba.

Ma da chi viene scelta la seconda mano? Ci sono principalmente due categorie di persone. Da una parte, le giovani, provenienti per la maggior parte da città metropolitane, under 35, le quali scelgono vestiti second-hand per un outfit ricercato, comprendendone l’utilità per combattere gli sprechi e risparmiare. Dall’altra parte, invece, le “smart chic”, per la maggiore over 50, attente a uno stile di vita green e amanti del vintage. Vendono frequentemente, sia per necessità che per cambiare, e acquistano per passione, cercando pezzi unici e scegliendo capi usati per ridurre gli sprechi, in un concetto di economia circolare. 

È chiaro ormai, dunque, che scegliere abiti e accessori di seconda mano, prediligendoli rispetto ai nuovi, significa fare una scelta consapevole dal punto di vista ambientale. Con un ritmo più lento rispetto a quello della moda, l’usato è un metodo di consumo alternativo e consapevole. Permette, infatti, di evitare la produzione di capi nuovi e allunga la vita di quelli usati, risparmiando i costi ambientali di produzione e dismissione, calcolabili sia in termini di emissioni di CO2 sia di materie prime. Ad esempio, tra gli articoli più venduti, un paio di sneakers usate permettono un risparmio di 13,6kg di CO2 e una giacca o un giubbotto di 13kg. Dunque, un paio di jeans di seconda mano permette di evitare 33,4 KG di anidride carbonica, una polo o una t-shirt 2kg, e un abito 4kg. Numeri da tenere in considerazione al prossimo desiderio d’acquisto. Solo per l’abbigliamento, ad esempio, grazie alla compravendita su Subito sono state risparmiate, nel solo 2020, più di 10 tonnellate di CO2. 

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