È un trend ulteriormente in crescita quello delle aziende italiane che richiedono certificazioni di sostenibilità ambientale dei loro prodotti. Il Forest Stewardship Council (FSC) Italia, ONG che promuove la gestione responsabile delle foreste e che proprio quest’anno celebra i primi 20 anni di attività nel nostro Paese, ha registrato per il secondo anno consecutivo un +10% di aziende con certificati attivi della cosiddetta “Catena di Custodia” (CoC): a fine 2020 erano 2.831, con oltre 3.500 siti produttivi coinvolti. “Registriamo un aumento della richiesta di materiale e prodotti di origine sostenibile: lo chiedono le aziende, impegnate a dimostrare il loro impegno per filiere trasparenti; lo vogliono i cittadini, sempre più disposti a premiare le realtà virtuose dal punto di vista sociale ed ambientale”, spiega Diego Florian, Direttore di FSC Italia.
A fare registrare i numeri più significativi sono i settori della carta stampata e del packaging, favoriti nel 2020 dal boom degli acquisti on line provocato dal lockdown. I trend di crescita più sostenuti riguardano invece il legno-arredo e, a sorpresa, il tessile. Sono infatti ben 70 i nuovi certificati rilasciati nel 2020 (+13,6%) nel settore del mobile (per un totale di ben 585 certificati attivi, di cui 485 relativi ad aziende attive nella produzione di mobili e accessori per gli interni e 100 per l’outdoor). 34 (+57,6%) invece i nuovi certificati nel settore dei filati e dei tessuti (rayon, viscosa, modal, acetato di cellulosa e lyocell), per un totale di 93 certificati attivi.
Per quanto riguarda le foreste, sono 68.486 gli ettari di bosco certificato FSC nel nostro Paese, suddivisi in 19 certificati attivi: +3,21% rispetto al 2019. “Siamo un Paese – spiega Florian – in cui mancano ancora punti di contatto tra boschi, società ed industria nazionale dei settori legno, carta e derivati. Fortunatamente, stanno aumentando le realtà che decidono di far verificare e remunerare gli impatti positivi della propria gestione forestale sui servizi naturali, i cosiddetti servizi ecosistemici: un fattore che può funzionare da volano per una nuova, più consapevole economia verde e per valorizzare il lavoro e la presenza sul territorio dei gestori forestali”.
In questo senso – sottolinea FSC Italia – nel 2020 sono state tre (Unione dei Comuni Valdarno e Valdisieve, Magnifica Comunità di Fiemme e Agris Sardegna) le nuove realtà che in Italia hanno deciso di quantificare i servizi naturali offerti dai boschi come stock di anidride carbonica, conservazione dell’acqua, del suolo e della biodiversità, e miglioramento dell’offerta turistico-ricreativa e culturale, mettendoli a disposizione di investitori e sponsor interessati a sostenere finanziariamente chi si impegna per mantenerli (fra questi, anche Levico Acque, Miko e Barilla). Salgono così complessivamente a sei le verifiche sui servizi ecosistemici attive nel nostro Paese (il primo al mondo a misurare e certificare i servizi naturali offerti dai boschi), per un totale di 55.685 ettari interessati.