Alla fine dell’ultima era glaciale (denominata anche glaciazione Würm, terminata all’incirca tra il 16.000 e il 14.000 a.C.), il clima in Europa era, in molte regioni, più piovoso di oggi, tanto che in alcune aree del Mediterraneo cadevano fino a 1000-2000 mm di pioggia all’anno in più rispetto ai tempi odierni. È quanto risulta da un’indagine pubblicata sulla rivista scientifica americana Science Advances, condotta da un consorzio di università ed enti di ricerca fra cui Aberdeen (capofila), Pisa, Manchester, Londra, Amsterdam, Zurigo e Bergen.
“La scoperta”, spiega l’Ateneo pisano, “rovescia le attuali convinzioni, sinora si riteneva che il clima allora fosse generalmente più arido, e migliora sensibilmente i modelli predittivi sul clima grazie anche ad una maggiore comprensione dell’importanza della corrente a getto polare (un vento molto veloce di alta quota) per il clima di quel periodo”.
Adriano Ribolini, docente del dipartimento di scienze della terra di Pisa, ha spiegato: “Per l’Europa si tratta della prima ricostruzione quantitativa delle precipitazioni avvenute durante lo Younger Dryas, cioè il periodo di rapido raffreddamento del clima avvenuto circa 12.000 anni fa. Oggi abbiamo segnali che la corrente a getto polare potrebbe cambiare con il riscaldamento del clima, probabilmente spostandosi verso nord e diventando più intermittente. Questo potrebbe portare a più eventi estremi, a esempio ondate di caldo in estate e una maggiore frequenza di tempeste e alluvioni in inverno”.