Per contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici, gli italiani, piuttosto che smettere di mangiare carne, di comprare vestiti nuovi, di utilizzare servizi di video streaming e di guidare la propria auto, sono molto più disposti a rinunciare ai viaggi in aereo. A rivelarlo è la Banca europea per gli investimenti (Bei), “braccio” finanziario dell’Unione Europea e maggiore finanziatore multilaterale di progetti in campo climatico a livello globale, in collaborazione con la società parigina di ricerche di mercato BVA, nella seconda pubblicazione dedicata ai comportamenti dei cittadini del Belpaese verso i cambiamenti climatici, riguardante il periodo 2020-2021.
Dunque, per il 66% degli italiani preoccupa ben di più il rischio di ammalarsi di Covid che gli impatti a lungo termine del climate change. A conferma di questo, il 77% del campione intervistato afferma che, al momento, eviterebbe di utilizzare i trasporti pubblici nel timore di conseguenze per la propria salute. Detto questo, i cittadini credono ancora che le scelte e le azioni dei singoli possano contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici: questo il parere espresso dall’82 per cento dei rispondenti, con una percentuale di dieci punti superiore alla media europea e a quella americana (entrambe 72%), e di due punti inferiore alla media cinese (84%).
In conclusione, dal rapporto si evince che il 33% del campione, superate le restrizioni dovute alla pandemia, non prenderà l’aereo per considerazioni legate ai cambiamenti climatici, mentre il 43% intende trascorrere le vacanze in Italia o in un paese limitrofo per ridurre al minimo le emissioni di gas serra. Comunque, c’è ancora chi non si dà per vinto. Il 12% dei rispondenti afferma, infatti, che le proprie abitudini di viaggio in aereo resteranno invariate rispetto a quelle prima della pandemia.