8.5 milioni di metri cubi di legno caduto, 42500 ettari di superficie forestale colpita, 2.8 miliardi di euro di danni stimati, 494 comuni coinvolti, di cui alcuni a rischio idrogeologico. Sono i numeri impressionanti provocati dall’uragano Vaia che nella notte tra il 28 e il 29 ottobre del 2018, spazzò via intere vallate nelle Dolomiti. Poche settimane fa, proprio su queste pagine, avevamo dato notizia del più grande edificio in legno d’Italia (9 piani per 29 metri destinati al social housing) che sta sorgendo nell’area ex Marangoni Meccanica di Rovereto, utilizzando il legname abbattuto in Trentino dalla devastante tempesta. Punta a recuperare e valorizzare quel legno e a contribuire a ricostituire l’equilibrio dell’ecosistema esistente prima del disastro ambientale, anche il lavoro di una giovane startup, non a caso chiamata Vaia. Da diversi mesi, i ragazzi di Vaia, stanno promuovendo la vendita online e senza spese di spedizione di un amplificatore per smartphone completamente in legno, il Vaia Cube, realizzato grazie alla collaborazione di falegnamerie e artigiani delle zone colpite. Si tratta di un cubo dal design essenziale dotato di una fessura per accogliere lo smartphone e amplificarne i suoni in maniera naturale. Prodotto in maniera del tutto artigianale utilizzando i larici e gli abeti delle aree colpite, ogni cubo è un pezzo unico in quanto a nervature e anelli del legno.

L’obiettivo, spiegano i ragazzi di Vaia, è far rivivere le foreste colpite piantando un nuovo albero per ogni amplificatore venduto, in ottica di economia circolare: “L’intervento in queste zone mira a contenere l’impatto sull’ambiente. Inoltre, una parte dei ricavi sarà sempre destinata a ricostituire l’equilibrio dell’ecosistema esistente prima del disastro ambientale. Oggi usiamo gli alberi del Nordest Italia, domani recupereremo altre risorse naturali, ridando loro dignità”.
I fondatori della startup Vaia sono i tre giovani under-30 Federico Stefani, Paolo Milan e Giuseppe Addamo, inseriti nella classifica Forbes Italia “100 NumberOne – L’Italia dei giovani leader del futuro”.
“Al di là del prodotto – sottolinea il CEO e fondatore di Vaia, Federico Stefani – ciò che ci sta a cuore è contribuire a una visione per il futuro. La nostra mission è realizzare oggetti utili, sia per le persone che per la natura, recuperando materie prime provenienti da luoghi colpiti da calamità naturali. A cominciare, appunto, dagli alberi abbattuti da Vaia sulle Dolomiti”. Ad oggi la startup di Borgo Valsugana ha venduto oltre 15mila Vaia Cubes in tutto il mondo, riuscendo a conquistare una vivace community di oltre 40mila follower online, e a farsi notare da aziende che operano in una logica di corporate e social responsibility. Per il co-fondatore Giuseppe Addamo, “il valore generato da un’impresa non può prescindere dalla dimensione sociale e ambientale in cui essa opera. Un’azienda deve produrre un impatto positivo nel mondo: solo così crea valore”.