Che il lockdown abbia avuto un ruolo determinante nel contenimento del Covid è estremamente probabile. Tuttavia, non sono mancati effetti collaterali devastanti. L’attenzione relativa ai disastri del “confinamento” si è concentrata sull’economia. Ma forti sono stati anche i danni causati sull’equilibrio mentale. Secondo una ricerca realizzata dall’Istituto Elma Research in sei Paesi europei (Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e UK), il 58% dei cittadini ha avuto disturbi psicologici con una durata maggiore di 15 giorni. In Italia questa percentuale sale al 63%.
Nella ricerca, realizzata per conto di Angelini Pharma in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, sono analizzati anche i diversi sintomi. L’insonnia e, in generale, la difficoltà a dormire ha colpito il 19% del campione (20% in Italia), la mancanza di energia il 16% (il 14% in Italia), l’angoscia il 15% (il 18% in Italia), le crisi di panico il 10%, stessa percentuale in Italia. Il 67% degli italiani intervistati ha avuto almeno due di questi sintomi. Non si tratta solo di persone dall’equilibrio psichico delicato: il 50% degli italiani ha avuto questi disturbi per la prima volta, mentre tra quelli che già ne soffrivano, il 33% ha affermato di aver avuto peggioramenti.
Nel dibattito su come i media stiano trattando la pandemia, non mancano le accuse di allarmismo. Ma a parte un’enfasi giudicata eccessiva da molti, il mainstream mediatico ha praticamente ignorato questi effetti collaterali. La conseguenza è che solo una persona su quattro ha cercato informazioni sul tema della salute mentale collegata al Covid. Insomma, un problema gravissimo rischia di passare sotto silenzio. Lockdown a parte sarebbe interessante vedere una ricerca sui bambini, costretti a scuola al distanziamento e all’uso di mascherine. In attesa di un’indagine accurata si registra però già la preoccupazione di alcuni psicologi dell’infanzia, che temono come queste misure possano causare un’agorafobia che potrebbe tormentare per tutta la vita.