“È un tempo di rinnovamento: non possiamo tornare alla normalità. La rigenerazione dell’economia è un fil rouge di un processo che mira a collocare nuovamente al centro il cittadino e la persona umana. Siamo consapevoli dell’importanza del ruolo delle donne e non a caso abbiamo inserito l’empowerment femminile al centro dell’agenda del G20, in programma il prossimo anno in Italia”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervenendo ieri alla seconda edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile, evento che è stato inaugurato venerdì scorso alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e che ha avuto l’obiettivo di definire nuovi paradigmi di un’economia resiliente, sostenibile e generativa in grado di arricchire il senso del vivere e il bene comune. “Non possiamo fallire su questo progetto di Recovery Plan, ne va della credibilità di questo governo e di tutto il sistema Paese” ha dichiarato Conte, precisando che occorre una riforma costituzionale per valorizzare sempre più la tutela dell’ambiente: “Con tutte le forze, senza distinzione tra maggioranza e opposizione, bisogna inserire in Costituzione anche un riferimento allo sviluppo sostenibile”.
L’intervento del presidente del Consiglio, ha chiuso tre intense giornate di lavoro nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze che Leonardo Becchetti, Direttore del Festival, riassume così: “In questi giorni a Firenze è emersa la necessità di promuovere un nuovo patto sociale tra Governo, Sindacati, imprenditori, giovani ed organizzazioni del Terzo Settore. Siamo in un momento irripetibile e particolare, che deve essere affrontato con grande partecipazione perché per una rigenerazione resiliente, sostenibile e generativa abbiamo bisogno sia di istituzioni illuminate, ma anche di una cittadinanza attiva e responsabile”.
Al Festival è intervenuto anche il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. “L’Unione europea ci dice almeno che il 37% di tutti gli investimenti (del Recovery Plan) devono essere green, ma quello io lo considero un fatto quasi ovvio – ha spiegato il ministro durante la seconda giornata del Festival -. La questione è come declinare questo elemento. Andare verso l’economia circolare, in termini concreti, significa aiutare le imprese perché tutti i maggiori studiosi dicono che se vogliamo andare in quella direzione il cosiddetto rischio di impresa aumenta perché non c’è una tradizione sull’economia circolare. Quindi, appena abbiamo iniziato a parlare di Recovery Plan ci siamo posti proprio l’obiettivo di aiutare quel sistema di imprese per avere un ‘patto generativo’ perché se genera lavoro poi genererà ecologia integrale”. Costa ha poi sottolineato la necessità di “aiutare il sistema del credito con un indice di rischio che lo Stato si accolla, sostenendo così il sistema delle imprese”, per evitare che gli quando gli imprenditori chiederanno il credito, considerato l’alto rischio, non riescano a ottenerlo e tornino all’economia lineare.
Rivolgendosi a tutte le Regioni, Costa ha inoltre chiesto l’impegno su quattro punti: “Non mi riferisco solo alla Toscana, chiedo a tutte le Regioni, ovviamente nei limiti della capacità del ministro dell’Ambiente, di intervenire su: depurazione delle acque, dissesto idrogeologico, erosione delle coste e qualità dell’aria. Già questo basterebbe per avere non una regione Toscana ancora più bella di quella che è già, ma un’Italia ancor più bella. Noi siamo uno dei paesi più fragili per questi quattro elementi e siamo anche sottoposti a infrazione Europea. Quindi non solo ne guadagneremmo uscendo dall’infrazione Europea, ma avremmo un Paese ancora più bello”.