Specializzata nella consulenza e nella comunicazione integrata omnichannel, l’agenzia data-driven Acqua Group di Davide Arduini e Andrea Cimenti, ha firmato la nuova campagna di Global Thinking Foundation e Fondazione Pubblicità Progresso per la sensibilizzazione all’alfabetizzazione finanziaria e alla violenza economica sulle donne. Un tema delicato ed estremamente attuale che Acqua Group, già al lavoro al fianco di Fondazione Pubblicità Progresso per diverse campagne sulla sostenibilità ambientale e l’integrazione, ha tradotto in uno spot, “Chains and the City”, che adotta una narrazione volutamente lontana dal linguaggio pubblicitario a favore di brevi storie ispirate a donne e vicende reali. Dietro ogni racconto, incentrato sul rapporto economico con il proprio compagno, si nasconde una verità che lo stesso spettatore ha inizialmente difficoltà a riconoscere. È solo l’ultima delle quattro amiche protagoniste dello spot a mettere in luce il problema in tutta la sua drammaticità.
Quando si parla di violenza economica – sottolinea in una nota, Acqua Group -, si parla innanzitutto dell’inconsapevolezza che è la principale causa di fenomeni di coercizione che lentamente logorano la libertà di migliaia di donne: è così che il denaro si trasforma in uno strumento di controllo alle spalle di vittime ignare che non riescono a riprendere in mano la loro vita. La presa di coscienza è, quindi, il primo passo per sconfiggere questa forma di violenza e aprire la strada all’indipendenza economica.
“Ci è capitato spesso di affrontare campagne di sensibilizzazione in maniera ‘creativa’ ma lavorando su questo progetto ci siamo resi presto conto che la realtà è spesso molto più potente dell’immaginazione – commenta Francesco Guerrera, Group Executive Creative Director di Acqua Group -. Studiando le storie vere che ci ha fornito Global Thinking Foundation e analizzando i dati in nostro possesso, abbiamo capito che strategicamente era proprio l’inconsapevolezza il vero protagonista della nostra storia e purtroppo di tantissime storie di donne italiane. Quindi abbiamo messo in scena una ‘normale’ conversazione tra amiche, così come purtroppo spesso accade”.