In questo periodo di difficili decisioni aziendali, in cui le imprese si trovano a cercare un sottile equilibrio tra difesa dell’occupazione, rispetto degli obbiettivi ambientalistici, tutela dei consumatori, correttezza con i fornitori, per un imprenditore o un top manager, metterci la faccia e non nascondersi dietro fumose barriere burocratiche diventa un gesto coraggioso.
La responsabilità sociale, come dice il termine stesso, è una forma di “responsabilità” e va riconosciuto merito a chi, questa responsabilità, se la prende in prima persona. Del resto, la “trasparenza” è uno dei requisiti della Csr (Corporate social responsibility) In questa logica, oltre che mossa da esigenze creative, Sabrina Ravanelli, affermata artista trentina, ma milanese d’adozione, ha lanciato la brand-art. Un movimento che consiste nel rappresentare il “responsabile” di un’azienda allo scoperto, in opere in cui la sua immagine viene sovrapposta ai brand dell’impresa.

Tra i protagonisti ritratti da Ravanelli, che vanta l’esposizione di alcune sue opere presso il Padiglione Armenia alla Biennale di Venezia del 2017, ci sono, tra gli altri: Enrico Grassi, presidente di Elettric80 e Valorugby Emilia; Alberto Bertone, presidente Acqua Sant’Anna (all’imprenditore, The Map Report ha dedicato un servizio (vedi qui) nell’ambito delle iniziative di csr durante l’epidemia di Covid); Marcelo Di Rosa, CEO Atlantic Technologies; Andrea Favari, amministratore delegato de Il Giornale.