Dove non sono riusciti Greta Thunberg e tutti i vari movimenti di opinione mondiali, sta riuscendo il Coronavirus. Secondo uno studio del Crea (Centre for Research of Energy and Clean Air), pubblicato sul sito Carbonbrief.org, la Cina, da quando è scattato l’allarme epidemia, ha visto ridurre le emissioni di CO2 di 100 milioni di tonnellate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, scendendo da 400 a 300 milioni di tonnellate.
Una riduzione di anidride carbonica, quindi, del 25%. Questa discesa è dovuta al rallentamento dell’economia cinese, con una diminuzione dell’utilizzo di carbone nelle centrali elettriche, al livello minimo degli ultimi 4 anni, con la produzione di prodotti in acciaio ai livelli più bassi dal 2015 e con il calo dei voli interni scesi del 70% rispetto al periodo corrispondente, precedente all’epidemia.
Su scala globale, il tutto si traduce in un calo di oltre il 5% delle emissioni rispetto al 2019. Se la tendenza dovesse continuare e incrementarsi, si assisterà davvero a un’inversione del global warming?