Si è chiusa ieri a Veronafiere la prima edizione del Festival del Futuro, promosso dalla piattaforma di studio e divulgazione scientifica Eccellenze d’Impresa, Harvard Business Review Italia e dal Gruppo editoriale Athesis. Il format, articolato in due giornate interamente dedicate al mondo di domani, si ripeterà a cadenza annuale nella città scaligera, dove, come ha annunciato nella giornata inaugurale l’ad del Gruppo Athesis, Matteo Montan, a partire dal 2020 si terrà una vera e propria Fiera della tecnologia, “Experience the Future”, che ospiterà aziende innovative, startup, laboratori di ricerca e finanziatori permettendo a imprese, giovani talenti e cittadini di toccare con mano le tecnologie del futuro.
App e robot-badanti, al servizio di una società che invecchia a ritmo sempre più elevato sono stati il piatto forte della seconda giornata del Festival del Futuro. Odile Robotti, ad della società di consulenza e formazione Learning Edge, ha ricordato che “oggi si parla di ‘età super adulta’, che segue l’età adulta e precede la vecchiaia. Sempre più app e wearable technologies, dispositivi indossabili, si rivolgono ai bisogni degli young e middle-old: servono a migliorare la postura, rafforzare i muscoli e in sostanza continuare a fare quello che si faceva prima. Gli oldest old con più di ottant’anni, hanno invece il desiderio di restare in casa propria nel modo più confortevole e sicuro possibile, e sempre più applicazioni lo fanno: ci sono robot che fanno compagnia, che a noi con la nostra cultura mediterranea forse fa un po’ impressione, la realtà virtuale utilizzata evitare l’isolamento, e magari visitare virtualmente i nipoti”. Gabriele Cappellato, professore emerito di progettazione architettonica all’Università della Svizzera italiana, sottolinea che “nei paesi nordici è sempre più diffuso l’alloggio intergenerazionale, una modalità per rendere inclusiva la società ed evitare la creazione di ghetti per anziani”.
Altro tema caldo del Festival è stato quello della robotizzazione del mondo, un processo che come ogni trasformazione genererà enormi opportunità ma anche grandi incognite e rischi. “Negli ultimi anni abbiamo digitalizzato tutto, la prossima fase – ha detto Alberto Mattiello, del Comitato Scientifico Piccola Industria di Confindustria – è la robotica, che trasformerà il mondo. Nei prossimi anni avremo una capacità di trasferire dati praticamente infinita grazie al 5G e una capacità altrettanto infinita di elaborarli, grazie ai nuovi sistemi di computazione quantica; su questa piattaforma si innesteranno i software intelligenti, l’intelligenza artificiale che esiste da molti anni ma solo adesso ha le vere capacità di elaborare dati in grandissime quantità in tempo reale, e poi soprattutto l’avvento del mondo robotico. Oggi la robotica, quindi i sistemi che possono agire all’interno del mondo in cui viviamo sono la nuova frontiera di evoluzione”. Al centro del dibattito anche il binomio innovazione-sostenibilità e le ultime frontiere dell’intelligenza artificiale applicate ai settori dell’alimentazione, del lavoro, della sanità, dell’agricoltura e dell’automotive.
Tuttavia, ha voluto sottolineare Luca Attias, commissario straordinario per l’Agenda digitale della presidenza del Consiglio, “l’Italia non è messa bene dal punto di vista del digitale. I cittadini che usano Internet in modo continuativo sono il 74% in Italia e l’86% nell’Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Sette su dieci delle più grandi aziende al mondo sono digitali in senso stretto”.